COSENZA «In un anno i dati della cassa edile cosentina ci dicono meno 216 imprese edili attive, 1.531 lavoratori in meno, meno 862.456 ore. E ancora una massa salari di circa 9 milioni di euro in meno. È di nuovo un anno nero per l’edilizia a Cosenza, in netta retrocessione rispetto ai segnali di ripresa registrati tra il 2015 e il 2016, un segnale negativo che va ben oltre le tendenze nazionali che parlano di un calo della produzione del 5 per cento.
Il dato, ricavato dalle iscrizioni alla Cassa edile, riguarda il periodo compreso tra l’ottobre 2016 e il marzo 2017, paragonato allo stesso periodo dell’anno edile precedente». La segreteria confederale della Cgil di Cosenza prova a lanciare un allarme sulle condizioni del settore edile. «È una situazione drammatica – si legge in una nota –, di crisi sociale ed economica per il comparto, che dura ancora pur essendoci strumenti e finanziamenti per il settore». Secondo i segretari Celebre e De Lorenzo, inoltre, nel settore è aumentata l’elusione contributiva e salariale e probabilmente il ricorso al lavoro nero. «Da quando le aziende ottengono la documentazione della regolarità contributiva (Durc online) – scrivono i segretari – si è notato che per i mesi a seguire fino alla nuova certificazione diverse aziende omettono i versamenti alla Cassa edile. Sarebbe stato importante portare a un tavolo di concertazione la Regione Calabria sul Durc per congruità , che avrebbe consentito di verificare, per gli appalti sia pubblici che privati, la congruità tra l’importo dell’opera e i lavoratori impiegati – aggiungono i due segretari–. Non possiamo accettare che si decretano lavori per circa 120 milioni di euro in tutta la Regione Calabria rispetto all’adeguamento sismico delle scuole senza sapere nulla. Ci sono ancora milioni di euro non investiti e appalti fermi, come l’ospedale della Sibaritide o ancor più grave il ritiro della delibera sull’ammodernamento della 106, o ancora il mancato investimento sull’ammodernamento dell’A2 nei tratti che vanno da Cosenza ad Altilia (Viadotto Stupino), Morano-Castrovillari-Sibari. Gli edili Calabresi sono già pronti a una mobilitazione forte nel mese di giugno per chiedere lo sblocco di questi cantieri». «Servono interventi urgenti per rilanciare l’occupazione e la lotta al lavoro nero nel nostro settore», continuano i due segretari, che hanno anche annunciato la mobilitazione degli edili del 25 maggio. «Dopo anni passati sulle impalcature gli edili chiedono il diritto di accedere realmente alla pensione. Ecco perché il 25 maggio unitariamente saremo nelle piazze a manifestare».
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