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Catanzaro, uno dei due Costa ritira la candidatura

CATANZARO Che ci fosse confusione nel Partito democratico catanzarese per chiudere la lista da presentare a sostegno della candidatura di Enzo Ciconte, lo avevamo scritto in almeno un paio di occas…

Pubblicato il: 14/05/2017 – 19:27
Catanzaro, uno dei due Costa ritira la candidatura

CATANZARO Che ci fosse confusione nel Partito democratico catanzarese per chiudere la lista da presentare a sostegno della candidatura di Enzo Ciconte, lo avevamo scritto in almeno un paio di occasioni nei giorni scorsi. 
Una prima conferma la si era però avuta al momento del deposito della lista: c’erano due candidati con lo stesso cognome, un dato che, per chi segue la politica, è tutt’altro che privo di significato. Soprattutto se uno dei due è Lorenzo Costa, capogruppo Pd e consigliere uscente oltre che ex assessore comunale nell’era Olivo, leader di preferenze della lista Pd nel 2012. 
La presenza di un omonimo in lista, infatti, costringe gli elettori a scrivere non solo il cognome ma anche il nome (o almeno l’iniziale) perché il voto sia valido. Un generico voto “Costa”, infatti, non sarebbe attribuibile a nessuno dei due candidati perché non sarebbe chiara l’intenzione dell’elettore. Verrebbe attribuito solo il voto alla lista.
La circostanza, Lorenzo Costa l’ha percepita come un vero e proprio affronto, magari finalizzato ad estrometterlo dall’aula rossa, per di più scoperto soltanto alla pubblicazione delle liste da parte del Comune, quando cioè i giochi erano fatti. 
Sfuriate, telefonate al veleno e urla hanno così condito la giornata di Giovanni Puccio e Donato Veraldi: a loro, infatti, il segretario regionale Ernesto Magorno e il candidato sindaco Enzo Ciconte avevano affidato il compito di costruire la lista. 
A ventiquattro ore dalla presentazione, quindi, la toppa: Vincenzo Costa si ritira, ufficialmente senza dare spiegazioni.
Detta così, però, sembrerebbe chiusa la storia: fuori un Costa, rimane l’altro e tutti felici e contenti. Ma la giurisprudenza complica i fatti: alcuni pronunciamenti del Tar e del Consiglio di Stato, pur mantenendo ovviamente salva la possibilità per qualsiasi candidato di ritirare la propria disponibilità prima che la lista venga presentata e approvata dall’ufficio elettorale, stabiliscono che nel caso in cui i documenti siano già stati sottoposti e vagliati dall’autorità comunale, non sia più possibile fare il passo indietro. Dal Pd dicono che invece questa possibilità sarebbe comunque contemplata, ma qualora così non fosse i due Costa rimarrebbero in lista e il problema non sarebbe affatto superato.
Non c’è solo la vicenda dell’omonimia però ad agitare le acque in casa democratica. Le fughe dalla lista del Pd per candidarsi altrove non sono state autorizzate dal partito, pertanto, a rigor di regolamento, così come lo stesso Magorno aveva sottolineato con tono perentorio, il rischio di espulsione per i “ribelli” c’è ed è concreto. Tra questi, però, ci sono nomi pesanti: a partire da Daniela Critelli, segretaria del circolo Pd di Catanzaro Lido, che fino all’ultimo ha rifiutato la candidatura nella lista del partito per accettare quella nella lista del candidato sindaco, “Svolta Democratica”. Così come hanno fatto Silvana Siciliani e Antonio Talarico, entrambi componenti dell’assemblea regionale.
Ancora più evidente la frattura con il partito per Elena Bova, Sandro Benincasa e Sergio Lavecchia che hanno deciso di appoggiare e quindi candidarsi a sostegno del competitor di Ciconte, Nicola Fiorita. Cosa deciderà il commissario provinciale Ernesto Magorno?

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