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A Reggio Calabria i conti del Comune non tornano mai

REGGIO CALABRIA C’è anche il Comune di Reggio Calabria fra le 61 amministrazioni “diffidate” dal prefetto Michele di Bari per non aver presentato in tempo il Rendiconto di gestione relativo all’ese…

Pubblicato il: 15/05/2017 – 17:12
A Reggio Calabria i conti del Comune non tornano mai

REGGIO CALABRIA C’è anche il Comune di Reggio Calabria fra le 61 amministrazioni “diffidate” dal prefetto Michele di Bari per non aver presentato in tempo il Rendiconto di gestione relativo all’esercizio finanziario 2016.

RIMANDATI AL 23 MAGGIO A fare i conti per gli amministratori ritardatari ci hanno pensato due commissari ad acta nominati dalla prefettura, che per Palazzo San Giorgio come per gli altri Comuni hanno approntato uno schema di rendiconto che adesso dovrà passare al vaglio del consiglio comunale. A Reggio, il presidente del consiglio comunale, Demetrio Delfino, ha già fissato per il prossimo 23 maggio la discussione in assemblea, data ancora utile per scongiurare il “pericolo scioglimento”, il cui iter si avvierebbe in automatico qualora il Rendiconto non fosse approvato in tempo utile.  

PERICOLO CONTI FUTURI Ma se l’amministrazione sui conti del passato può salvarsi in corner, su quelli del futuro rischia di inciampare. Ad affermarlo, in modo velato, sono i revisori dei conti che hanno dato visto buono allo schema di bilancio presentato dalla giunta Falcomatà per il 2017. Nella relazione di accompagnamento si legge testualmente che «il prospetto dimostrativo delle previsioni di competenza delle entrate finali e spese finali allegato al bilancio sia conseguibile per il raggiungimento dell’obiettivo programmato». Ma c’è un però.

VA BENE, MA CON RISERVA Per i revisori, le previsioni si basano  su una corretta applicazione dei principi contabili, ma le previsioni di entrata si potranno dire fondate «su elementi certi ed attendibili» solo «qualora si verifichi una coerente e insistente lotta all’evasione tributaria e dei servizi a terzi, necessaria ed urgente se si vuole perseguire, così come previsto dalla legge, il rispetto dell’equilibrio di bilancio fondamentale per una sana  e corretta gestione del bilancio dell’Ente ed evitare situazioni finanziarie deficitarie».

MONITORAGGIO CONTINUO Traduzione, se il Comune non incassa tasse e tributi, con regolarità e secondo le previsioni, magari anche recuperando quelli evasi in passato, saranno guai perché proprio a quelle entrate è legato l’agognato pareggio di bilancio. Una situazione precaria, che non a caso ha indotto i revisori a mettere nero su bianco l’invito a «monitorare frequentemente le previsioni di competenza per le entrate e le spese finali, almeno con scadenza trimestrale».

CRITICITÀ DI CASSA Perché? Sono sempre i revisori a dirlo. «La situazione finanziaria dell’Ente presenta preoccupanti livelli di criticità di previsioni di cassa per mancata riscossione dei tributi, debiti fuori bilancio ed esposizione bancaria in relazione all’esigibilità dei residui attivi e delle entrate di competenza». Nel linguaggio dei comuni mortali significa che il Comune ha una marea di crediti che non è detto che riesca a riscuotere.

RAZIONALIZZAZIONE NECESSARIA Per questo – sottolineano i revisori – «le previsioni di cassa dovranno essere verificate in sede di salvaguardia degli equilibri». Inoltre – ci tengono ad evidenziare i tecnici – «dovranno essere oggetto di ulteriore approfondimento da parte dell’organo esecutivo e principalmente da parte degli uffici, nonché nella razionalizzazione degli stessi, specialmente del settore Economico e finanziario, attraverso una riorganizzazione ed un radicale mutamento dei servizi». Scopo del gioco, il «raggiungimento dei risultati e obiettivi prefissati» e «miglioramento dell’efficienza, dell’efficacia e dell’ottimizzazione del servizio». E al riguardo, si legge nel documento, «una tale spinta, a parere dell’Organo di revisione, si ritiene urgente e necessaria».

OBIETTIVO: MONETIZZARE Insomma, palazzo San Giorgio rimane un sorvegliato speciale, chiamato a rastrellare «gettito arretrato per tributi aboliti, entrate per recupero evasione tributaria, Imu, Tasi e Tari, fondo di solidarietà, trasferimenti di enti o privati, contributo per rilascio permesso di costruite, sanzioni per contravvenzioni al codice della strada, dividendi da società partecipate». Entro il 30 giugno – propongono i revisori – la giunta dovrà avere il quadro completo, in modo da poter procedere ad «atti deliberativi di determinazione aliquote, tariffe, canoni, ecc., atti d’indirizzo per azioni di recupero di gettito e comunque da riportare a ragionevole certezza la previsione».

NON UN EURO IN PIÙ DEL NECESSARIO Anche le spese previste dovranno essere monitorate e tarate con attenzione. Al riguardo, si raccomanda al Comune «un adeguamento delle previsioni dei fattori produttivi consolidati ed assolutamente necessari per assicurare il funzionamento dei servizi gestiti» cioè oneri per il personale e finanziari, spese derivanti da disposizioni di legge, ammortamenti, accantonamenti, manutenzioni e riparazioni non rinviabili, «riduzione delle previsioni di spese per fattori produttivi non strettamente necessari o rinviabili», «esternalizzazione di funzioni o servizi». Insomma, per andare in pari, o quanto meno provarci, l’amministrazione Falcomatà deve necessariamente adottare una politica finanziarie di “lacrime e sangue”. Di nuovo. 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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