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JONNY | Sacco, il faccendiere legato a clan e politici

CATANZARO Le foto raccontano molto di Leonardo Sacco. Della sua capacità – indispensabile se si vuole navigare in un business come quello dei migranti – di tessere relazioni a tutti i livelli.  Ce …

Pubblicato il: 15/05/2017 – 9:00
JONNY | Sacco, il faccendiere legato a clan e politici

CATANZARO Le foto raccontano molto di Leonardo Sacco. Della sua capacità – indispensabile se si vuole navigare in un business come quello dei migranti – di tessere relazioni a tutti i livelli.  Ce n’è una, privatissima, che lo ritrae al battesimo del figlio di un personaggio del clan Arena. Il governatore delle Misericordie non è un semplice invitato: è il padrino del piccolo. È una traccia, quella foto, che gli investigatori seguono dal 2010, anno in cui è stata sequestrata nel corso di un’inchiesta dell’antimafia bolognese. Per gli inquirenti segnala una vicinanza tra l’imprenditore e la ’ndrangheta. Il primo tassello di un mosaico che all’epoca è ancora da ricostruire. Ma non è l’unica tessera. Altra epoca, altra immagine: nel 2005 c’è una riunione tra uomini del clan Arena. E tra i presenti – lo rivela l’Espresso – si notano Pasquale Tipaldi, che verrà ucciso la vigilia di Natale dello stesso anno, e – al suo fianco – ancora Leonardo Sacco. Davanti al bar dove gli uomini degli Arena si erano riuniti, al fianco di Tipaldi, i carabinieri riconoscono Leonardo Sacco. Tipaldi è un cognome che ricorre nella storia della Misericordia di Isola. L’associazione utilizza un capannone intestato ai parenti dell’uomo. 
Altri scatti di Sacco sono istituzionali. Come quello con Angelino Alfano. Ai tempi, Alfano era il ministro dell’Interno e Sacco un comune incensurato. Il suo “doppio registro” gli permette di passare dai battesimi di ’ndrangheta alle strette di mano con i vertici del governo. Nel frattempo, il Ros indaga per quasi dieci anni, durante i quali l’imprenditore costruisce un impero con commesse che vanno da Crotone a Lampedusa. Si occupa del noleggio di imbarcazioni, diventa presidente della squadra di calcio di Isola Capo Rizzuto, entra nel cda della società di gestione dell’aeroporto di Crotone. “Scala” le Misericordie fino a diventare presidente della federazione Basilicata-Calabria. I suoi rapporti con don Edoardo Scordio, parroco che la Misericordia a Isola l’ha fondata, sono strettissimi. Chiesa e impresa sono un ottimo passe-partout per arrivare alla politica, centrodestra o centrosinistra non fa differenza. 
Ma il core business è l’accoglienza. Nella vecchia informativa del Ros gli spunti investigativi c’erano tutti. Così come le ombre che si allungavano sul Cara. È un film già visto: la ’ndrangheta che fiuta il business anni prima, gli investigatori che inseguono mentre gli affari crescono a dismisura. L’ipotesi era (ed è) che il clan Arena si fosse infiltrato nel settore grazie alla fornitura dei pasti all’interno della struttura governata dal ministero dell’Interno. Avevano capito prima di tutti le potenzialità dell’eolico; è stato lo stesso con le migrazioni. Cambiano società, prestanome e colletti bianchi. L’obiettivo è lo stesso: tessere relazioni, collezionare appalti, fare soldi. E in questo Leonardo Sacco, per anni, è stato bravissimo. 

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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