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JONNY | Tra i fermati il parroco e il capo della Misericordia di Isola

CATANZARO Il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto Leonardo Sacco ed il parroco dello stesso paese, don Edoardo Scordio, sono tra i fermati dell’operazione Jonny, condotta dalla Dda di Cata…

Pubblicato il: 15/05/2017 – 5:50
JONNY | Tra i fermati il parroco e il capo della Misericordia di Isola

CATANZARO Il capo della Misericordia di Isola Capo Rizzuto Leonardo Sacco ed il parroco dello stesso paese, don Edoardo Scordio, sono tra i fermati dell’operazione Jonny, condotta dalla Dda di Catanzaro, che ha smantellato la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. Nel corso dell’operazione anche un sequestro beni milionario.
La Misericordia gestisce il Centro di accoglienza richiedenti asilo (Cara) di Isola, uno dei più grandi d’Europa, che secondo le indagini sarebbe stato controllato dalla cosca Arena. I due sono accusati di associazione mafiosa, oltre a vari reati finanziari e di diversi casi di malversazione, reati aggravati dalle finalità mafiose. Sfruttando il ruolo di Leonardo Sacco, la cosca Arena aveva messo le mani anche sui centri di Lampedusa, 4 milioni di euro di appalti che venivano affidati a imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre organizzazioni criminali del comprensorio, che si dividevano così i fondi comunitari riservati ai profughi. Negli ultimi anni, l’ex vice presidente delle Misericordie d’Italia ed imprenditore di successo, proprio grazie al suo ruolo ha potuto tessere rapporti istituzionali e incontrare personalità politiche d’alto livello. 

LE MANI SULLA MENSA La cosca Arena, tramite il governatore della “Fraternita di Misericordia” Leonardo Sacco, era riuscita ad aggiudicarsi gli appalti indetti dalla prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione al centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto e di Lampedusa. Appalti che venivano affidati a imprese appositamente costituite dagli Arena e da altre famiglie di ‘ndrangheta per spartirsi i fondi destinati all’accoglienza dei migranti. È quanto emerge dall’inchiesta Jonny che ha portato al fermo di 68 persone, tra le quali lo stesso Sacco. Dalle indagini sarebbe emersa l’infiltrazione della cosca Arena nel tessuto economico crotonese e, in particolare, il controllo mafioso delle attività imprenditoriali connesse al funzionamento dell’accoglienza al Cara di Isola Capo Rizzuto che andava avanti da più di un decennio.

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