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Ospedale di Cosenza, nuovo attacco di Occhiuto a Oliverio

COSENZA «Il governatore Oliverio mi aveva rassicurato che i tecnici incaricati dello studio di fattibilità del nuovo ospedale di Cosenza avrebbero incontrato gli omologhi del Comune. Così non è sta…

Pubblicato il: 15/05/2017 – 10:59
Ospedale di Cosenza, nuovo attacco di Occhiuto a Oliverio

COSENZA «Il governatore Oliverio mi aveva rassicurato che i tecnici incaricati dello studio di fattibilità del nuovo ospedale di Cosenza avrebbero incontrato gli omologhi del Comune. Così non è stato e il rischio che si corre è quello di una nuova contrapposizione istituzionale con la Regione, ma questa volta su un punto ancora più delicato della vita dei cittadini che  è quello del diritto alla salute e ad avere una struttura ospedaliera moderna in un’area facilmente raggiungibile da tutto il comprensorio e che non crei ulteriori danni per l’abbandono della parte a sud di Cosenza e per il centro storico». Lo afferma in una dichiarazione il sindaco Mario Occhiuto, intervenendo ancora una volta sulla realizzazione del nuovo Ospedale e sugli impegni che erano stati assunti dalla Regione.
«Il Comune di Cosenza ha da tempo già indicato – sottolinea Occhiuto – una soluzione sostenibile, avendo individuato il perimetro che va dall’attuale edificio di malattie infettive sino al plesso del Mariano Santo. Ciò permetterebbe al comprensorio di poter accedere tranquillamente in ospedale, anche alla luce dei progetti collaterali previsti (tra tutti, la bretella che condurrebbe al nosocomio dallo svincolo autostradale). Il nostro comportamento, anche in questo caso, è stato coerente e finalizzato ad evitare (purtroppo senza successo) un’inutile perdita di tempo e una spesa. L’allocazione del nuovo ospedale, investimento che avrebbe dovuto avere precedenza su tutto il resto, andrebbe, peraltro, a rafforzare  la parte sud dell’area metropolitana, diversamente depauperata e depotenziata».
«È ancora importante sottolineare – afferma inoltre Occhiuto – che le ipotesi paventate dalla Regione, tra le quali Vaglio Lise, vanno in una direzione diametralmente antitetica ai bisogni di baricentricità connessi a un ospedale moderno. Non si capisce, ancora – dice Occhiuto – perché l’ente di programmazione delle risorse voglia sostituirsi ai governi dei territori, non limitandosi alle importanti funzioni di coordinamento e gestione della spesa, oltre che di stazione appaltante. Non è pensabile che un nosocomio al passo coi tempi e di dimensioni adeguate alle nuove tecnologie sorga in un ambito già di per sé congestionato, né che  la città debba subire scelte che penalizzerebbero le sue vocazioni e emarginerebbero un agglomerato che va dal centro storico sino alla cintura  dei comuni contermini. È per questo – afferma ancora il primo cittadino – che invito, anche in questo caso, la Regione a un ravvedimento operoso.  Ritengo sia interesse di tutti che Cosenza possa finalmente disporre di un nuovo ospedale e che questo nasca  in un posto accessibile a tutti e ben armonizzato  con la vita della città e dell’hinterland, senza tralasciare in alcun modo la necessità che la vocazione regionale del nosocomio faciliti l’afflusso dalla  provincia. Non difendo posizioni preconcette, ma, più semplicemente, il diritto alla salute dei nostri concittadini e dei tanti che afferiscono al nostro ospedale da altri comuni. È di tutta evidenza che non accetteremo diktat e imposizioni che ledano sin dall’origine questo irrinunciabile  bisogno».
«La Regione – conclude il sindaco di Cosenza – deve far propria la cultura del rispetto istituzionale che non può certamente passare dagli imperativi, ma che deve al contrario nutrirsi di un confronto produttivo e proficuo con gli altri enti locali. Senza questa imprescindibile cultura istituzionale, dettata dal reciproco rispetto, si mette in discussione il concetto di autonomia delle città e si rischia di costruire  strutture disfunzionali e che penalizzano nei decenni  la comunità  e il suo diritto alla salute. Con questa amministrazione regionale diventa difficile pensare di arrivare ad alcun accordo, sia che si parli di ospedale, sia che si parli d’altro».

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