Il cranio di Villella resta a Torino

CATANZARO La Corte d’appello di Catanzaro ha dato ragione al Museo Lombroso di Torino e il cranio di Giuseppe Villella, il presunto brigante di Motta Santa Lucia, resterà lì, al termine di una lunga battaglia avviata dal Comitato tecnico scientifico “no Lombroso”. A darne notizia per primo è il blog indygesto.it (qui il link), che ha seguito molto da vicino la vicenda. Il Comune di Motta Santa Lucia aveva intentato nel 2012 una causa contro il Museo Lombroso per ottenere la restituzione del cranio di Giuseppe Villella. Il pastore calabrese era morto in carcere a Pavia nel 1864 ed era detenuto per reati comuni (l’incendio di un mulino più furto aggravato). Il suo cranio ha un valore simbolico: è quello che avrebbe fatto nascere nell’antropologo Cesare Lombroso l’intuizione da cui sarebbe nata la teoria del delinquente nato. Colpa della vistosa anomalia presente sul cranio, la fossetta occipitale mediana.  lungo tempo si è creduto che Villella fosse un brigante e questa idea ha mosso il Comitato “No Lombroso”, al quale ha aderito anche il sindaco di Motta Santa Lucia Amedeo Colacino. Nella prima fase del processo, il giudice diede ragione al Comune ordinò la restituzione del teschio con un’ordinanza subito impugnata dal Museo Lombroso e dall’Università di Torino. Ora i giudici della Corte d’appello hanno capovolto quell’ordinanza.