Ultimo aggiornamento alle 14:58
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

Rende, imprenditore condannato per il crac della megapalestra

COSENZA Il Tribunale di Cosenza ha condannato Sandro Daniele, amministratore della società che gestiva lo “Scorpion health club”, la mega palestra di Rende. Il collegio (presieduto dal giudice Enri…

Pubblicato il: 16/05/2017 – 17:42
Rende, imprenditore condannato per il crac della megapalestra

COSENZA Il Tribunale di Cosenza ha condannato Sandro Daniele, amministratore della società che gestiva lo “Scorpion health club”, la mega palestra di Rende. Il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) ha condannato a cinque anni di reclusione l’imprenditore di San Marco Argentano, accusato di bancarotta fraudolenta documentale e preferenziale. Daniele (difeso dagli avvocati Ugo Celestino e Ferdinando Palumbo) è stato condannato anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Assolto per altri reati perché il fatto non sussiste. Il Tribunale di Cosenza ha revocato la sospensione condizionata delle pene  che era stata concessa a Daniele dalla Corte di Appello di Catanzaro. Il dispositivo di primo grado è stato emesso nel tardo pomeriggio. Le motivazioni saranno rese note tra 90 giorni.

IL CRAC DELLA MEGAPALESTRA Secondo l’inchiesta – coordinata dalla Procura (oggi guidata dal procuratore capo Mario Spagnuolo) e condotta dal pm Giuseppe Cava – l’amministratore avrebbe distratto dal fallimento consistenti valori e l’intero complesso aziendale mediante contratti di fitto d’azienda e false fatture. Ma le attività del centro fitness sono proseguite sin da subito regolarmente nonostante il blitz deli finanzieri, sotto la guida di un curatore fallimentare. Nel corso delle indagini sono stati individuati diversi beni immobili a Rende, con impianti sportivi, macchinari, attrezzature, arredi, macchine d’ufficio, marchio del centro sportivo e avviamento commerciale, nonché uno yacht di proprietà della società ormeggiato in un porto in provincia di Cosenza. La struttura, che all’epoca delle indagini fu posta sotto sequestro, si estende su una superficie di oltre 10.000 metri quadrati. Nella fase terminale dell’azienda, che ormai da anni versava in una situazione di dissesto irreversibile, è stata appositamente costituita una società, controllata dal nucleo familiare dell’amministratore, che avrebbe assorbito la parte finanziariamente sana dell’azienda fallita mediante un contratto di fitto. L’operazione sarebbe stata finalizzata a proseguire l’attività d’impresa evitando i numerosi creditori e l’erario. 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x