Trasporti, la battaglia localista di Covello

ROMA C’è qualcuno in Parlamento che non ama troppo Flixbus, la società di autobus extra-urbani che effettua servizi di trasporto low-cost in tutta Europa. Lo si evince dalla lettura dei testi di alcuni degli emendamenti alla legge di conversione della cosiddetta “manovrina” (il decreto legge 50/2017) presentati alla Camera dei deputati. Nelle scorse settimane un tentativo anti-concorrenza era stato sventato dal governo, che aveva abrogato in toto la disposizione che avrebbe di fatto impedito alla compagnia di viaggi in pullman a basso costo di operare in Italia, se non attraverso una radicale e improbabile riorganizzazione del suo servizio incompatibile con il suo modello di business. Modello che è lo stesso in tutta Europa: Flixbus è una piattaforma su cui i clienti acquistano biglietti per le diverse tratte e il servizio è svolto da una rete di società di trasporti più piccole.
Insomma, a rischio c’è il diritto degli utenti a viaggiare a prezzi più bassi. Tra i firmatari degli emendamenti anti-Flixbus c’è anche una deputata calabrese: si tratta della dem calabrese Stefania Covello. Perché ci riprovano, la deputata cosentina e i suoi colleghi? Avranno subìto anche loro il “fascino” di qualche vecchio monopolista dei trasporti regionali su pullman? Domande legittime alla luce della nuova iniziativa parlamentare. A casa Covello, d’altronde, il tema dei trasporti ha sempre occupato un posto di primo piano nell’agenda familiare. Il padre di Stefania, Franco, storico esponente di punta della Dc calabrese, è stato per diverso tempo amministratore unico delle Ferrovie della Calabria, che gestisce alcune autolinee di interesse generale. 
Tornando al caso Flixbus, c’è da augurarsi che qualunque siano le motivazioni dei deputati Covello, Ventricelli, Castricone, Duranti, Melilla, Albini e Capodicasa, è opportuno che il governo tenga fede al suo impegno in favore della concorrenza e dei consumatori.