ROMA Il primo passo è compiuto. Il secondo, probabilmente, arriverà nelle prossime settimane. Giovanni Bilardi ha lasciato la maggioranza che sostiene in Parlamento il governo Gentiloni per approdare nel neonato gruppo “Federazione della Libertà”, guidato da Gaetano Quagliariello. All’orizzonte c’è l’abbraccio con Forza Italia, partito a cui il senatore reggino si è sempre sentito idealmente legato.
Già, perché nel futuro di Bilardi non ci sono né Alfano e né Renzi. Ci sono il Cavaliere e la speranza che il centrodestra possa tornare – legge elettorale permettendo – a conquistare un ruolo di primo piano nel Paese. Intendiamoci, quella di Bilardi non è stata una rottura traumatica. Con il resto del gruppo calabrese di Alternativa Popolare, e in particolare con il sottosegretario Tonino Gentile, il rapporto rimane solido. E lo stesso può dirsi con Piero Aiello. Non a caso a Catanzaro, dove tra qualche settimana si torna al voto, gli alfaniani hanno deciso di sostenere il candidato a sindaco di Forza Italia.
Insomma, si torna alle origini. Provando a dimenticare anche gli incidenti di natura giudiziaria. Lo scorso anno il Tribunale della Libertà ha infatti annullato gli arresti domiciliari disposti nei suoi confronti dal gip di Reggio Calabria nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi gonfiati alla Regione. Dribblata la grana giudiziaria – il processo sta andando, comunque, avanti in riva allo Stretto -, Bilardi è tornato a lavorare a tempo pieno a Palazzo Madama. E ad esternare. Trovando molti punti di contatto con i big di Fi in Calabria.
Singolare, poi, il feeling di questi ultimi tempi con il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Non c’è battaglia ingaggiata dal primo cittadino bruzio che non veda d’accordo il senatore reggino. Dalla realizzazione della metrotranvia alla gestione del gay pride fino ad arrivare alla stabilizzazione dei precari della sanità, i due sono d’accordo praticamente su tutto.
Che stia nascendo un nuove asse all’interno della galassia azzurra calabrese? Possibile, ma non certo. Occhiuto (Mario) non fa mistero di puntare alla presidenza della Regione nella prossima legislatura. Un’ambizione che non viene nascosta nemmeno dai suoi fedelissimi. E iniziare a tessere una solida tela di alleanze interne è sicuramente il primo passo per la costruzione della candidatura a governatore.
Antonio Ricchio
a.ricchio@corrierecal.it
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