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“Golpe” a Crotone, il dg dell’Asp nominato in casa

CROTONE La giunta regionale può tornare a casa oppure ritenersi sollevata dal gravoso incarico di nominare i vertici della sanità. Non c’è più bisogno che gli assessori si prendano la responsabilit…

Pubblicato il: 19/05/2017 – 6:53
“Golpe” a Crotone, il dg dell’Asp nominato in casa

CROTONE La giunta regionale può tornare a casa oppure ritenersi sollevata dal gravoso incarico di nominare i vertici della sanità. Non c’è più bisogno che gli assessori si prendano la responsabilità: a Crotone ci pensa il direttore del dipartimento amministrativo. Si fa prima, si evitano lunghe e complesse riunioni alla Cittadella e si raggiunge ugualmente il risultato. Dopo la scadenza del commissario straordinario Sergio Arena (nominato per due anni grazie alla modifica di una legge e a un paio di prorogatio), l’Asp di Crotone rischiava di trovarsi senza vertici. Perché? Perché, decadendo il commissario, dovrebbero venire meno anche le sue nomine, per esempio quelle del direttore amministrativo e del direttore sanitario. Dovrebbero, secondo norme della Regione Calabria che, evidentemente, non valgono a Crotone. Lo spiega un atto approvato il 17 maggio che conferisce proprio al direttore sanitario Agostino Talerico il ruolo di dg facente funzioni, con una determina firmata dal direttore facente funzioni dell’ufficio Affari generali e legali Anna Giordano e dal direttore della macro area amministrativa Francesco Saverio Loria. Il presupposto normativo della nomina, in teoria, è l’articolo 14 della legge regionale numero 11/2004 secondo cui «nei casi di vacanza dell’ufficio, di assenza o impedimento, le funzioni del direttore generale sono svolte dal direttore sanitario o dal direttore amministrativo all’uopo delegato dal direttore generale, ovvero, in assenza di delega, dal più anziano di essi». Peccato però che a norma del successivo articolo 15 della stessa legge, gli incarichi di direttore sanitario e amministrativo «hanno comunque termine e i relativi rapporti di lavoro sono risolti di diritto, nell’ipotesi di cessazione, per revoca, decadenza, dimissioni o qualsiasi altra causa, del direttore generale». Tradotto: decaduto il commissario va a casa anche il direttore sanitario. Non a Crotone, dove il ds – che, per la cronaca, è originario di San Giovanni in Fiore ed è considerato persona vicina al governatore Mario Oliverio – diventa addirittura direttore generale facente funzioni e non viene neppure nominato dalla giunta ma dai suoi colleghi. Ancora nomine creative, dunque. Mentre, nel frattempo, Arena è tornato in forze all’unità operativa di Cardiologia dell’ospedale “San Giovanni di Dio”, in attesa di scoprire se la sua sia stata una (lunga) parentesi gestionale destinata a ripetersi o si fermerà qui. 

IL CASO FINISCE IN PROCURA Intanto, sulla vicenda della direzione dell’Asp di Crotone, la deputata M5s Dalila Nesci, capogruppo in commissione Sanità, ha presentato un esposto alle Procure di Catanzaro, Reggio Calabria, Crotone e della Corte dei conti, trasmettendolo anche all’Anac, ai ministri di Salute, Economia e Pubblica amministrazione, al commissario governativo Massimo Scura, nonché alla commissione di Vigilanza e ai revisori dei conti del Consiglio regionale. La parlamentare 5stelle ha preso spunto da un servizio del “Corriere della Calabria” nel quale si prefiguravano le varie ipotesi sui futuri vertici dell’Asp: tra le quali la nomina del dirigente medico Sergio Arena a direttore generale dell’Asp di Crotone. Secondo la deputata, «merita un approfondimento tempestivo» delle istituzioni la ricostruzione fornita dalla testata giornalistica rispetto al lungo commissariamento dell’Asp di Crotone, alla legge regionale dell’aprile 2016 che ha prolungato l’incarico di commissario ad Arena, alla proroga accordagli da ultimo e alle violazioni normative che si profilerebbero. Ciò, ha precisato la parlamentare nello stesso esposto, «anche alla luce dell’improprio ricorso, da parte della Regione Calabria, al commissariamento di aziende sanitarie e dell’anomala, incomprensibile e sistematica novazione dell’elenco regionale degli idonei alla nomina di direttore generale, nonché dell’illegittima nomina a commissario dell’Asp di Reggio Calabria del dottor Santo Gioffrè». «Poiché la sanità calabrese – ha concluso Nesci, nell’esposto – è ad oggi commissariata per il rientro dal disavanzo sanitario, peraltro con un’offerta al di sotto dei Livelli essenziali di assistenza, le risposte istituzionali alle questioni sulle nomine di vertice appaiono prioritarie ed urgenti, anche al fine di evitare l’adozione di atti che potrebbero rivelarsi nulli e compromettere la già gravata riorganizzazione dei servizi».

p. p. p.

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