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JONNY | Le ombre sul Cara di Isola al vaglio dell'Antimafia

ROMA «L’ufficio di presidenza della commissione parlamentare Antimafia, riunito ieri, su proposta della presidente Rosy Bindi, ha stabilito di proseguire il filone d’inchiesta sulle opacità e le in…

Pubblicato il: 19/05/2017 – 10:29
JONNY | Le ombre sul Cara di Isola al vaglio dell'Antimafia

ROMA «L’ufficio di presidenza della commissione parlamentare Antimafia, riunito ieri, su proposta della presidente Rosy Bindi, ha stabilito di proseguire il filone d’inchiesta sulle opacità e le infiltrazioni mafiose nella gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto». È quanto comunica, in una nota, l’ufficio stampa della commissione parlamentare Antimafia. «Nelle prossime settimane – si legge ancora nella nota – saranno avviate una serie di specifiche audizioni. Si è convenuto inoltre sull’opportunità di svolgere alcuni approfondimenti sulla situazione dei Comuni sciolti per mafia o sottoposti ad accesso ispettivo che tornano al voto nelle elezioni amministrative del prossimo 11 giugno».
«A tal fine – conclude la nota – è già prevista per mercoledì 24 maggio l’audizione del prefetto di Trapani, che sarà ascoltato sia sulla situazione nel Comune di Castelvetrano, dove è in corso un accesso ispettivo, sia nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti tra mafie e massoneria».

NEI PROSSIMI GIORNI LE PRIME AUDIZIONI «La richiesta che abbiamo avanzato, come componenti della Commissione parlamentare antimafia, al presidente Rosy Bindi è stata accolta. L’ufficio di presidenza della Commissione, infatti, ha deliberato l’apertura di un’inchiesta sul Cara di Isola Capo Rizzuto. Nei prossimi giorni saranno avviate le prime audizioni». Lo affermano, in una nota, i componenti della Commissione Enza Bruno Bossio e Ernesto Magorno. «L’inquietante quadro indiziario emerso dalle ordinanze della Dda di Catanzaro – aggiungono Bruno Bossio e Magorno – richiede necessariamente approfondimenti e verifiche su eventuali responsabilità che potrebbero esserci state nelle diverse articolazioni istituzionali. Non vi è alcun dubbio che le varie ipotesi di reato siano state consumate attraverso un sistema che per lunghi anni è stato quantomeno tollerato. Infatti, dalle indagini emergono fatti che non potevano non essere accertati e riscontrati nelle sedi istituzionali preposti alle autorizzazioni ed ai controlli».

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