Bilardi: «Basta proconsoli romani nella sanità»

ROMA «La Lorenzin, ministro pro tempore della Salute, deve iniziare a capire che la Calabria addebita a lei personalmente e anche al presidente Oliverio il perpetrarsi di un commissariamento ormai inutile, fatto di umiliazioni e di veri e propri strozzinaggi politici». Lo afferma il senatore Giovanni Bilardi, che intervenendo sul prorogarsi della gestione commissariale della sanità sottolinea: «Non ne possiamo più dei proconsoli romani – dice Bilardi – e vogliamo che la Regione possa governare in loco il settore, anche se a farlo è una giunta immobile e inefficiente ma ancora democraticamente agibile. Non ne possiamo più delle liti tra capponi di Renzo – dice Bilardi – che bloccano un decreto che permetterebbe 600 assunzioni necessarie e diciamo oggi per domani che fra due mesi gli ospedali scoppieranno per l’assenza del personale».
«Se Oliverio avesse un minimo di coraggio – dice Bilardi – visto che non si ricandiderà più, si batterebbe a Roma non per diventare commissario ma per porre fine a questo stillicidio che blocca qualsiasi azione utile per le gravi emergenze regionali». Per il senatore, «i calabresi, attraverso i fondi Fas e le imposte, hanno ampiamente pagato i debiti contratti allegramente negli anni duemila, ma dopo sette anni non vogliono più che il destino dei loro ospedali passi attraverso burocrati calati dall’alto. Lorenzin – conclude Bilardi – deve rendersi conto non solo che il sistema del commissariamento è fallito, anche per le condizioni inumane di cui è portatore, ma che la Calabria vuole governare in loco la sanità, senza papaveri bravi a dirottare le nostre risorse negli ospedali del Nord».