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Comuni sciolti per mafia, si apre il dibattito al Salone del libro

TORINO Il sociologo Claudio Cavaliere ha voluto anche il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, insieme all’ex già presidente della Camera dei deputati e presidente della Commissione parla…

Pubblicato il: 21/05/2017 – 8:15
Comuni sciolti per mafia, si apre il dibattito al Salone del libro

TORINO Il sociologo Claudio Cavaliere ha voluto anche il presidente del consiglio regionale Nicola Irto, insieme all’ex già presidente della Camera dei deputati e presidente della Commissione parlamentare antimafia dal 1992 al 1994, Luciano Violante per presentare al Salone Internazionale del Libro  di Torino il suo nuovo libro “La democrazia mafiosa”. Un titolo che «apparentemente potrebbe sembrare un ossimoro, che certamente colpisce e può lasciare anche perplessi per l’ardito accostamento tra democrazia e mafia, ma che introduce la storia, documentata nel saggio, della faticosa rinascita dei Comuni italiani nel secondo dopoguerra, del loro significato politico e delle oscillanti attenzioni dei partiti di massa e spiega perché sono occorsi quarantacinque anni, prima di approdare alla legge sugli scioglimSCIOGLIenti dei consigli comunali per mafia del 1991». Per Irto, «oggi continuamente i fatti di cronaca ci invitano ad affrontare il tema della mafia non soltanto su un piano di storia criminale, ma a ragionare anche sul tema dei limiti e dei problemi della democrazia che non ignora l’illusorietà di pensare che ‘elezioni regolari implichino di per sé una democrazia regolare’. Il perpetuarsi di episodi di scioglimenti di Comuni per mafia anche in regioni considerate immuni al problema, ci invitano a riflettere in maniera meno ortodossa su un fenomeno sul quale siamo lontani da una soluzione e che chiama in causa il tema della democrazia, del suo funzionamento, della capacità di generare problemi da correggere e risolvere. Per questo la presentazione del volume è stata l’occasione per avviare una riflessione più a largo raggio insieme al presidente Violante che, anche per i suoi trascorsi, rappresenta un autorevole e qualificato interlocutore». Sull’efficacia della legge sugli scioglimenti dei comuni per mafia, Violante ha sottolineato: «Diceva Machiavelli che ci vogliono le leggi e ci vogliono i buoni costumi. Noi pensiamo di risolvere il problema dei costumi con le leggi. E sbagliamo. C’è il problema della burocrazia, serio quanto quello dell’inquinamento politico. C’è un dato importante: quello della democrazia, che non è un processo meccanico. La democrazia va allenata, senza un’anima è debole. Non è una forma di amministrazione, ma è un complesso di valori che vanno attuati. Se la consideriamo forma di amministrazione, il dispotismo è molto meglio, perché è più semplice dal punto di vista dell’esecuzione delle regole». Violante ha richiamato l’importanza del documento sugli atti intimidatori agli amministratori comunali rassegnato nel 2015 dalla Commissione istituita dal Senato e presieduta da Doris Lo Moro. Sul libro di Cavaliere ha detto che «è rilevante, perché copre un vuoto: quello dei rapporti tra comuni e mafia. E’ un ottimo strumento, perché è  il primo studio sui comuni e sulla democrazia locale e sui passaggi che comporta l’inquinamento mafioso».  

 

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