REGGIO CALABRIA Da cosa nasce la richiesta di istituire una commissione sull’Azienda sanitaria di Cosenza: dalle «situazioni poco chiare» e dalle «perplessità emerse sulla conduzione dell’Asp» da parte del direttore generale Raffaele Mauro? Oppure dalle «coraggiose dichiazioni» del dg «in merito alle difficoltà insorte per arrivare all’approvazione dell’atto aziendale»? Che in politica le opinioni divergano è non solo possibile ma addirittura auspicabile. Più difficile che pareri così distanti risiedano nella stessa maggioranza. Eppure in consiglio regionale l’opinione sull’operato di Mauro attraversa tutto lo spettro delle possibilità. Secondo tre esponenti dei Democratici Progressisti – Giuseppe Giudiceandrea, Arturo Bova e Giuseppe Neri – e uno del Pd, Carlo Guccione, c’è da illuminare l’operato di Mauro. Secondo Michele Mirabello, che è il presidente della Commissione Sanità, quell’inchiesta servirà a gettare luce sulle distorsioni introdotte dal commissariamento della sanità calabrese. «Diversamente da quanto sostenuto e dichiarato più volte a mezzo stampa, in effetti, durante i lavori delle commissioni sanità e vigilanza convocate in seduta congiunta in data 18 maggio, si è discusso, come risulterà dal resoconto integrale della seduta – scrive Mirabello “smentendo” i colleghi –, della richiesta della istituzione di una commissione d’inchiesta sul Piano di rientro dal debito sanitario operante in Calabria, e sulla fase di gestione del medesimo a opera dell’ingegnere Massimo Scura». Dei guai combinati da Scura e non da Mauro si occuperà, dunque, la Commissione. Questa l’opinione di Mirabello, che ricalca in tutto e per tutto il parere di Mario Oliverio – e di quel pezzo di maggioranza più in sintonia con il governatore – su ciò che è accaduto e accade nella sanità cosentina. Giudiceandrea, Bova, Neri e Guccione, invece, la pensano in tutt’altra maniera. Per i quattro consiglieri, dall’audizione di Mauro «si evincono una serie di situazioni poco chiare» e «si sono rinnovate le perplessità più volte espresse sulla conduzione dell’Asp». Mirabello, invece, crede che le parole di Mauro – manager vicinissimo a Oliverio e al suo braccio destro Nicola Adamo – siano semplicemente lo spunto per scavare sul lavoro del commissario Scura, non un pretesto per mettere «sotto inchiesta le attività dell’azienda cosentina». Quello sarebbe un «paradosso». Insomma, la commissione d’inchiesta deve ancora iniziare a lavorare e non si sa su cosa debba indagare. O meglio, ciascuno crede debba indagare su una cosa diversa. Capita, quando la sanità e i manager sono così legati alla politica. Capita quando la politica è così vicina alla sanità. E succede nei dintorni del Partito democratico, che appena può cerca la scusa per dimostrare di non essere un solo partito. Ma almeno due.
LEGGI ANCHE: >>> Asp di Cosenza, presentata la richiesta per la commissione d’inchiesta <<<
x
x