Se l’umore è la conseguenza delle idee e le parole del pensiero, c’è da credere che finalmente a Catanzaro sta per aprirsi una nuova e interessante stagione politica che prelude a un nuovo futuro del capoluogo della Calabria.
Azzardare giudizi non è mai un esercizio piacevole, ma la campagna elettorale alla quale stiamo assistendo lascia intendere che si aprono spiragli di un successo della coalizione di centro-sinistra. Non sono solo le undici liste che sostengono Enzo Ciconte nella scalata a Palazzo De Nobili o le attestazioni di simpatia. L’effetto nuovo è rappresentato dall’interesse che, si può sostenere per la prima volta dopo anni di indifferenza, si coglie in città intorno al voto dell’11 giugno che rafforza, appunto secondo le previsioni, il fronte del cambiamento per Catanzaro considerato il consenso che il programma della coalizione capeggiata da Ciconte sta raccogliendo a sancire una riconosciuta leadership della “rivoluzione” che si vuole realizzare per Catanzaro attraverso un processo di rilancio della città rivolta anche a far sentire i cittadini di ciascun quartiere, abitanti del medesimo luogo.
Riscoprire la “catanzaresità” non significa scegliere di percorrere il campanilismo o, al contrario, abbracciare lo sciovinismo; vuol dire, più semplicemente condividere i valori e le tradizioni del luogo nel quale si è nati o cresciuti sentendosi parte attiva dell’intero contesto. Per arrivare a tanto, naturalmente c’è bisogno di una rivoluzione identitaria che non si fermi in superficie ma che investa anche le politiche sociali e sanitarie oltre a quelle fisiche del centro storico o dei quartieri; una rivoluzione che allontani quel subdolo sentimento di rassegnazione che da decenni serpeggia quasi in maniera contagiosa spesso proprio a causa delle tante diversità.
I detrattori dicono che sia un progetto ambizioso, da campagna elettorale. Vedremo! Enzo Ciconte comunque ci crede ed è determinato a lottare per realizzarlo. Ne è così convinto che la scorsa settimana ha tratteggiato le sue linee guida al ministro Delrio durante la visita che l’uomo di governo gli ha fatto recandosi nella sua segreteria politica. Si sono guardati negli occhi, presente Mario Oliverio, Ciconte e Delrio come a sottoscrivere un patto il cui titolo era: questa è la capitale della Calabria che non è stata mai trattata come tale né dal Governo centrale, tantomeno da quello regionale. Ecco perché è indispensabile farle riconquistare il giusto peso nella geografia politica distrutta da una classe politica che, negli anni, si è dimostrata abulica e incapace di salvaguardarla.
Questo e altri temi sono stati tracciati dal ministro. I più significativi hanno riguardato l’asse centrale della Calabria da realizzare lungo la direttrice Lamezia Terme-Catanzaro; le opportunità da assegnare all’amministrazione comunale risorse aggiuntive anche per assicurare interventi in favore di chi si trova in difficoltà; sostegno ai progetti di cambiamento e di sviluppo degni di un’area direzionale. Temi importanti che il Ministro delle infrastrutture ha dimostrato di recepire; sono le stesse argomentazioni che hanno avuto il merito di risvegliare l’interesse dei catanzaresi verso il progetto per cambiare la città capoluogo fino a renderla – così come va sostenendo Ciconte – una «città aperta; una città al centro di una nuova idea di regione; una città che possa essere vissuta finalmente con soddisfazione dai suoi abitanti».
*giornalista
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