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Corap, l'operaio chiede gli stipendi arretrati e finisce in tribunale

CATANZARO Può capitare di tutto al Corap, persino che un dipendente venga trascinato in tribunale perché chiede il pagamento degli stipendi arretrati. La storia ha per protagonista Salvatore Carmel…

Pubblicato il: 23/05/2017 – 15:57
Corap, l'operaio chiede gli stipendi arretrati e finisce in tribunale

CATANZARO Può capitare di tutto al Corap, persino che un dipendente venga trascinato in tribunale perché chiede il pagamento degli stipendi arretrati. La storia ha per protagonista Salvatore Carmelo Spanò, ex dipendente dell’Asireg, il Consorzio per lo sviluppo industriale di Reggio Calabria confluito da circa un anno, con gli altri quattro enti provinciali, nel Corap. La sezione Lavoro del tribunale di Reggio, con un decreto ingiuntivo, nel marzo 2013 ha imposto all’Asireg il pagamento di 14 mensilità arretrate a favore di Spanò, per un totale di circa 16mila e 500 euro, più 540 di spese. La pratica, con lo scioglimento del Consorzio provinciale, è quindi passata al Corap e all’attenzione del suo commissario straordinario, Rosaria Guzzo, che ha deciso di opporsi al decreto ingiuntivo del tribunale. E quindi di non riconoscere in via automatica il credito vantato da Spanò in virtù del lavoro svolto all’Asireg. Allo stesso tempo, però, il commissario ha affidato la gestione della causa all’avvocato Maria Francesca Linori Marelli, del foro di Cosenza, per un onorario da calcolare, «attenendosi ai valori minimi», in base al decreto ministeriale 55 del 2014 (che determina i parametri per la liquidazione dei compensi per i legali), per lo scaglione di riferimento da 5.200 a 26mila euro. 

GLI ALTRI PARADOSSI È solo l’ultimo dei molti paradossi registrati da quando il Corap è nato. Spanò, infatti, non è l’unico dipendente a rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati. Nella sua stessa condizione ci sono altri 40 lavoratori ex Asireg, che vantano un credito complessivo che ammonta a circa 2 milioni di euro. A un anno dalla nascita del consorzio unico, non è stato ancora trovato un modo per saldare le loro legittime spettanze. Di soldi per pagare consulenti esterni e per celebrare il futuro del Corap, invece, ne sono stati rastrellati eccome. Basti pensare ai 16.700 euro spesi per raccontare – lo scorso aprile, al Centro agroalimentare di Lamezia Terme – “Percorsi e prospettive” del Corap. Una convention – alla quale, oltre a Guzzo, hanno preso parte anche l’assessore Carmen Barbalace e i vertici dello sviluppo industriale regionale – che aveva il chiaro scopo di comunicare la svolta virtuosa di un consorzio nato dalle ceneri dei disastrosi e indebitati enti provinciali.
Di recente, il Corap ha anche assegnato una consulenza di 20mila euro allo studio Cocconi&Cocconi, affinché verifichi la sussistenza dei requisiti per intraprendere «l’azione di responsabilità» nei confronti degli “agenti contabili” che, dal 2010 in poi, hanno gestito il consorzio di Reggio. Peccato che quel danno erariale fosse già stato accertato da un tribunale, con tanto di sentenza di condanna in primo grado per gli ex presidente e direttore generale.

CONSULENZE Quando si tratta di consulenti, Guzzo non bada a spese. Come nel caso di Michelangelo Bagnato, chiamato alla corte del consorzio per «lo studio e la predisposizione di una proposta di statuto e dei regolamenti necessari per il funzionamento del neo costituito ente». Un lavoro a breve scadenza, in teoria. Invece il contratto iniziale di tre mesi  (per un compenso di 6mila euro) è stato prorogato senza un riferimento temporale preciso. L’unica cosa certa sono i 2mila euro al mese che incasserà Bagnato. 
Il Corap dispone inoltre di due legali interni e di 4 amministrativi, ma il commissario ha comunque preferito creare una short list di professionisti «alla quale attingere per l’eventuale necessità di procedere al conferimento di incarichi di difesa e domiciliazione dell’ente esterni all’ufficio legale dell’ente stesso». E alle consulenze il Corap ha fatto ricorso anche nell’estate 2016, con due incarichi affidati all’avvocato Alessia Barca e a Francesco Niccoli. Compenso: 10mila euro ciascuno. Altre spese hanno poi riguardato l’acquisto di una stampante multifunzione, di 7 pc e 3 notebook (11mila euro) e la creazione del nuovo portale web, per il quale è stato autorizzato un pagamento di 28mila e 500. Ai dipendenti niente, finora. E, visti i rischi, forse è bene che non protestino troppo.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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