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Migranti sfruttati a Camigliatello, revocato un obbligo di dimora

COSENZA Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha revocato l’obbligo di dimora per Franco Provato, coinvolto nell’operazione della Procura di Cosenza che nelle scorse settimane ha portato all’esecuz…

Pubblicato il: 23/05/2017 – 11:02
Migranti sfruttati a Camigliatello, revocato un obbligo di dimora

COSENZA Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha revocato l’obbligo di dimora per Franco Provato, coinvolto nell’operazione della Procura di Cosenza che nelle scorse settimane ha portato all’esecuzione di 14 misure cautelari per lo sfruttamento degli immigrati. Si tratta di un’operazione coordinata dal procuratore capo Mario Spagnuolo e condotta dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e dal sostituto Giuseppe Cava. I carabinieri del comando provinciale e i colleghi della stazione di Camigliatello Silano hanno eseguito due misure cautelari in carcere, quattro ai domiciliari e otto obblighi di dimora nei confronti di gestori di un centro di accoglienza e datori di lavoro. Tutti accusati, a vario titolo, di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, abuso d’ufficio e tentata truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. È il primo caso in Italia di applicazione della nuova legge sul caporalato. La struttura di accoglienza nella quale si sarebbero verificati gravi episodi di sfruttamento è il cas Santa Lucia di Camigliatello Silano, del Centro giovanile jonico.
Il gip Salvatore Carpino aveva disposto la misura cautelare in carcere nei confronti di Vittorio Francesco Imbrogno di Spezzano Sila e Corrado Scarcelli, residente a Spezzano Piccolo. Domiciliari per Giorgio Luciano Morrone, Luca Carucci, Fulvio Serra, Gianpaolo Serra. Obbligo di dimora per Franco Provato, Gianluca Gencarelli, Renato Gabriele, Giuseppe Gabriele, Giorgio Gabriele, Vincenzo Perrone, Salvatore Perrone e Vincenzo Paese.
Il difensore di Provato, l’avvocato Vincenzo Belvedere, ha presentato ricorso al Riesame accogliendo «l’inesistenza della gravità indiziaria». Il Tdl ha quindi annullato l’ordinanza del gip per Provato revocando l’obbligo di dimora.
Le indagini erano iniziate a settembre del 2016. Gli elementi raccolti dai militari hanno permesso di accertare che i rifugiati, principalmente senegalesi, nigeriani e somali, venivano prelevati da due Centri di accoglienza straordinaria di Camigliatello Silano e portati a lavorare in campi di patate e fragole dell’altopiano della Sila cosentina o impiegati come pastori per badare agli animali da pascolo.

 

mi. mo.

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