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Una talpa in Procura al servizio dei clan di Lamezia

LAMEZIA TERME Secondo i magistrati che hanno vergato il fermo “Crisalide” – il procuratore capo Nicola Gratteri, l’aggiunto Giovanni Bombardieri e il sostituto Elio Romano – il pericolo di fuga…

Pubblicato il: 23/05/2017 – 19:15
Una talpa in Procura al servizio dei clan di Lamezia

LAMEZIA TERME Secondo i magistrati che hanno vergato il fermo “Crisalide” – il procuratore capo Nicola Gratteri, l’aggiunto Giovanni Bombardieri e il sostituto Elio Romano – il pericolo di fuga da parte degli indagati era concreto, anche perché alcuni di loro dimostravano di essere a conoscenza delle indagini nei loro confronti. Dopo l’operazione “Chimera” che aveva assestato un primo colpo alla cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri” alcuni tra gli indagati avevano preso conoscenza delle dichiarazioni che stava rilasciando nei loro confronti il collaboratore di giustizia Luciano Arzente. Antonio Miceli, reggente della consorteria, affermava infatti di esser a conoscenza di tali dichiarazioni grazie al suo avvocato. Non è l’unica fonte che il reggente vanta di avere. Miceli è sicuro di quello che sarà il suo destino: «Perché da qua ad una settimana ci arrestano a tutti…». A chi lo informa di quello che accade tra Procure e Tribunali: «Me lo ha detto uno della Procura».

IL TEMPO STRINGE Ad aprile scorso Miceli e altri suoi amici, tra cui Antonio Saladino, anche lui tra i fermati dell’operazione “Crisalide”, vengono intercettati a bordo di una Bmw dai carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia di Lamezia Terme. Parlano dei soldi che “avanzano in giro” e che devono recuperare in fretta. Devono stringere il tempo ai debitori, per usare un’espressione di Antonio Miceli, perché: «E ho capito… però ci servono, capì… 4000 euro io non te li posso lasciare tra le mani tutto questo tempo, perché da qua ad una settimana ci arrestano a tutti… quindi vedi di raccogliere soldi pure tu, che pure a te arrestano… matematico, che me lo ha detto uno… con tutti i nomi… quindi tra oggi e domani dobbiamo raccogliere più soldi… dobbiamo chiudere il conto… pomeriggio ti vengo a prendere e ci andiamo a fare un giro insieme». Secondo Miceli è «matematico» che faranno una retata. Il reggente della cosca ipotizza anche il numero degli arrestati. «Matematico, 46 persone!», dice sicuro. 

ME LO HA DETTO UNO DELLA PROCURA Quando restano da soli Miceli e Saladino quest’ultimo chiede al giovane reggente: «Ma me lo dici… me lo vuoi dire come fai a saperlo?». «Me lo ha detto uno della Procura», risponde Miceli.
La conversazione riprende subito dopo parlando di tale Luigi Vincenzini che avrebbe fatto delle dichiarazioni. «Io so che è sceso… che lo avevano messo in isolamento… non lo so… una mezza storia… comunque ha già fatto le dichiarazioni, ha fatto “dichiarazioni spontanee”… ora il Giudice deve decidere se le accetta o no… ma accetta», è sempre sicuro Miceli.

 

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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