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Catanzaro, presentata la lista Pd. Niente bagno di folla per Oliverio

Non basta la presenza di Mario Oliverio per riempire la Casa delle Culture di Catanzaro, sede scelta dal Partito democratico del capoluogo per presentare la lista che sostiene la candidatura a sind…

Pubblicato il: 25/05/2017 – 22:21
Catanzaro, presentata la lista Pd. Niente bagno di folla per Oliverio

Non basta la presenza di Mario Oliverio per riempire la Casa delle Culture di Catanzaro, sede scelta dal Partito democratico del capoluogo per presentare la lista che sostiene la candidatura a sindaco del consigliere regionale Pd Enzo Ciconte.
Al tavolo, assieme al governatore, anche il segretario regionale e commissario del Pd cittadino Ernesto Magorno, il deputato dem Sebastiano Barbanti, il presidente della Provincia Enzo Bruno e il collega d’aula di Ciconte, Tonino Scalzo. Ad introdurre, Giovanni Puccio, coordinatore della lista Pd assieme al senatore Donato Veraldi.
Niente bagno di folla, dunque, nonostante la presenza dei maggiorenti del partito, sintomo che la relazione tra il Pd e Catanzaro è quantomeno complicata. In platea, poi, a parte i trentuno candidati della lista, qualche sindaco dell’hinterland catanzarese (Michele Drosi e Annamaria Cardamone su tutti) e alcuni segretari di circolo. Insomma, la prima uscita pubblica del Pd a sostegno del suo candidato sindaco non si può certo definire travolgente.
Magorno ha aperto il suo intervento ringraziando Ciconte per «aver avuto il coraggio di essere il candidato del Pd e di una grande coalizione. Io e il presidente Oliverio, in un viaggio in macchina da Catanzaro verso Cosenza abbiamo chiesto a Ciconte di candidarsi e lui ha prontamente accettato. Se non lo avesse fatto, probabilmente il Partito democratico e la coalizione non si sarebbero giocati la sfida di Catanzaro. Questa coalizione così forte e capace di sfidare il sindaco uscente è stata possibile perché Ciconte ha accettato di scendere in campo».
Significativo poi il passaggio di Magorno sull’unità del partito, dopo che da mesi ormai si discute di come la decisione di candidare Enzo Ciconte abbia provocato una spaccatura tra la base e i vertici del Pd: «Non è una notizia il fatto che io e il presidente Oliverio oggi siamo qui per Enzo Ciconte. Come non lo è la presenza di Barbanti e di Scalzo e di tutti voi. Noi siamo pezzi di un grande partito che, piaccia o no, governa questa regione e guarda al futuro. C’è tanta gente che guarda al Pd con fiducia e crede nel nostro lavoro. Noi siamo in campo per sostenere la candidatura di Enzo Ciconte. Il Partito democratico è qui, è con Enzo Ciconte, non è fuori da questa sala». Ogni riferimento agli assenti, che si tratti di tesserati Pd candidati a sostegno di Nicola Fiorita o di chi ricopre ruoli di partito o politici, c’è da scommetterlo, non era puramente casuale.
Ma al netto delle dichiarazioni di entusiasmo e di ferma convinzione nella bontà del progetto attorno ad Enzo Ciconte e quindi nella possibilità di una vittoria alle urne, a dare un segnale di qualche preoccupazione è Mario Oliverio che, dopo l’elencazione dei provvedimenti già avviati anche per Catanzaro (dalla metropolitana di superficie agli investimenti sulla linea ferroviaria ionica) e un passaggio significativo sulla spoliazione del centro storico di Catanzaro a cui non si è opposto un piano di sviluppo, ha ammonito: «Se queste liste che sostengono Ciconte non si compattano in modo forte attorno al candidato sindaco, la coalizione si indebolirebbe. Sbaglia chi pensa che andando in giro a chiedere il voto solo per sé abbia comunque contribuito a rafforzare il progetto; al contrario ha indebolito la sua posizione e quella di tutta la coalizione. La possibilità di entrare in consiglio comunale per i candidati si rafforza solamente se lega il suo lavoro alla candidatura a sindaco».
Un richiamo tutt’altro che velato al rischio di voto disgiunto che potrebbe portare un travaso di voti pesante verso altri candidati a sindaco, una differenza negativa tra i voti al sindaco e i voti alle sue liste. Esattamente l’opposto di quanto avvenne nel 2012 fa con la candidatura di Salvatore Scalzo che raccolse circa 6 mila in più delle sue liste di allora.
Strigliati i suoi, Oliverio ritorna però a parlare il linguaggio dell’ottimismo: «Se facciamo tutti insieme un lavoro diffuso, credo che Catanzaro l’11 di giugno avrà una guida sicura con Enzo Ciconte sindaco della città capoluogo della regione. Se in questi giorni di campagna elettorale, noi riusciremo a risvegliare l’orgoglio di essere cittadini della città capoluogo, con la candidatura di Enzo credo che si possa aprire una pagina nuova per Catanzaro».
Per chiudere, parola al candidato sindaco: «Voglio ringraziare Ernesto Magorno e Mario Oliverio perché sono stati i primi a credere nella mia candidatura. Sapete tutti bene che io non mi volevo candidare, non perché non voglia bene alla città o per voler mantenere i privilegi di consigliere regionale, non volevo farlo per spirito costruttivo. C’erano dei candidati della società civile che potevano rappresentare come me e meglio di me la città. Mi riferisco a Maurizio Mottola di Amato, a Rino Colace e a Tonino De Marco: a loro va il ringraziamento per aver fatto un passo indietro nel momento in cui non si riusciva a fare sintesi. Vedendo che la città chiedeva a gran voce il cambiamento, c’è stato un momento di condivisione e allora ho deciso di candidarmi».
Sull’alleanza che lo sostiene, Ciconte ha detto: «Credo che questa sia una città moderata. Noi abbiamo vinto nel 2006 con Olivo perché pezzi del centrodestra hanno votato per noi. Sono fermamente convinto che per vincere questa battaglia abbiamo bisogno di tutte le anime di questa città. Abbiamo costruito delle alleanze impossibili, abbiamo messo in campo liste formate da professionisti della città che ci vogliono mettere la faccia. Oltre al Pd c’è la lista del sindaco, Svolta Democratica, i quali rappresentano fortemente il Partito democratico, tranne qualche che abbiamo preso dalla società civile e qualche elemento che abbiamo preso in carico perché ritengo che bisognasse inserire chi proviene da altre aree per costruire una coalizione forte da opporre al centrodestra. Qualcuno in questi giorni ci ha criticato dicendo che abbiamo costruito alcune liste con alcuni elementi fuoriusciti dall’altra aggregazione: se i consiglieri comunali che hanno lasciato Abramo hanno deciso di farlo, è perché c’è un malessere diffuso sull’operato del sindaco uscente. In questa città non c’è stato un sindaco che ha governato assieme alla sua coalizione, ci sono stati solo due uomini al comando che non hanno fatto squadra: ecco perché il sindaco Abramo è stato abbandonato e quella coalizione non vincerà queste elezioni. Noi siamo riusciti a scompaginare i loro piani non attraverso semplici cambi di casacca, ma attraverso un progetto. Le liste della mia coalizione non vogliono guardare al passato, ma guardano al futuro».

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