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Cinque fermi per la sanguinosa faida di Platì – VIDEO

REGGIO CALABRIA Cade nella rete degli investigatori uno dei signori della droga di Platì, il boss Rosario Barbaro. Insieme a lui sono finiti in manette anche Saverio Trimboli, Rosario Marando, Brun…

Pubblicato il: 25/05/2017 – 12:47
Cinque fermi per la sanguinosa faida di Platì – VIDEO

REGGIO CALABRIA Cade nella rete degli investigatori uno dei signori della droga di Platì, il boss Rosario Barbaro. Insieme a lui sono finiti in manette anche Saverio Trimboli, Rosario Marando, Bruno Polito e Domenico Trimboli, nomi pesanti della ‘ndrangheta di Platì, tutti accusati di una serie di omicidi, dei quali nessuno – pensavano – avesse interesse o memoria. Grazie alle indagini del Ros, sono invece tutti finiti in manette per aver partecipato o ordinato gli omicidi di Ferdinando Virgara, Pasquale Marando, Rosario Trimboli e Antonio Giuseppe Trimboli e Saverio Trimboli. Una faida breve ma feroce per il controllo del narcotraffico internazionale. Una guerra silenziosa che ha insanguinato la Calabria come il Piemonte, ma non doveva lasciare traccia alcuna. Anche i cadaveri delle vittime sono stati nascosti per non dare agli investigatori la possibilità di comprendere la guerra intestina scoppiata fra i signori della droga di Platì, bloccata solo dall’intervento dell’élite della ‘ndrangheta calabrese. È un vero cold case quello che gli investigatori del Ros sono riusciti a risolvere anche grazie alle dichiarazioni del nuovo pentito torinese Agresta.

BOSS SCOMPARSO VITTIMA DI LUPARA BIANCA Pasquale Marando, di Platì, considerato capo della omonima ‘ndrina attiva tra il centro aspromontano e il Piemonte, di cui si erano perse le tracce nel 2002, fu ucciso e il suo cadavere occultato nel gennaio dello stesso anno da esponenti della famiglia avversa dei Trimboli. È quanto emerge dall’operazione che ha portato a cinque fermi eseguiti oggi dai carabinieri nell’ambito delle indagini sulla faida che ha insanguinato il centro del Reggino. Gli assassini avrebbero agito con l’autorizzazione di Rosario Barbaro, ritenuto capo della “locale” di ‘ndrangheta di Platì, che voleva così ridimensionare i Marando che insidiavano la sua leadership sul territorio. L’uccisione sarebbe stata opera di Saverio Trimboli, detto “Savetta”, fratello di Antonio Giuseppe e Rosario, con il concorso di altri esponenti della cosca Trimboli. L’omicidio avvenne all’interno di un’abitazione di Platì, dove Marando, all’epoca latitante, era stato portato per partecipare ad una riunione che sancisse un chiarimento con i Trimboli.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it