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Processo Fallara, per gli ex dirigenti del Comune scatta la prescrizione

REGGIO CALABRIA Non è vero che i dirigenti del Comune di Reggio Calabria finiti nell’inchiesta Fallara bis abbiano legittimamente incassato compensi extra, il problema è che sono arrivati di fronte…

Pubblicato il: 25/05/2017 – 16:42
Processo Fallara, per gli ex dirigenti del Comune scatta la prescrizione

REGGIO CALABRIA Non è vero che i dirigenti del Comune di Reggio Calabria finiti nell’inchiesta Fallara bis abbiano legittimamente incassato compensi extra, il problema è che sono arrivati di fronte a un giudice troppo tardi e quasi tutti i reati sono prescritti. In ogni caso, il prossimo 22 giugno Bruno Fortugno, Marcello Cammera, Pasquale Crucitti e Domenico Basile, si dovranno presentare di fronte ai giudici. A loro carico rimangono infatti diversi episodi di abuso d’ufficio e truffa aggravata per una serie di compensi che nel tempo hanno incassato e non avrebbero dovuto ricevere.  

RINVIO A GIUDIZIO, MA… È sostanzialmente questa la (mesta) conclusione cui giunge il gup Adriana Trapani, nel motivare la sentenza con cui ha dichiarato il non luogo a procedere per i reati  precedenti al maggio 2010 contestati agli ex dirigenti del Comune di Reggio Calabria. Per tutti gli altri invece, Cammera, Fortugno, Crucitti e Basile  saranno chiamati a rispondere perché – spiega con chiarezza il giudice Trapani – dall’inchiesta emerge «la correttezza della contestazione non solo in relazione alla illegittimità delle condotte consistite nell’erogazione di somme, in violazione delle norme di legge, ma anche in relazione alla correlata ipotesi di truffa aggravata in danno dell’ente pubblico».

L’ACCUSA Tutti quanti sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio e truffa aggravata perché «nello svolgimento delle loro funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ed in particolare in violazione del principio dell’onnicomprensività della retribuzione, si procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale». Il trucchetto – hanno scoperto inquirenti e investigatori – era semplice. I rup, responsabili unici del procedimento, nominavano uno staff di supporto per la realizzazione di un’opera o l’affidamento di un servizio, facendosi erogare mandati di pagamento di cui beneficiavano gli stessi dirigenti che avevano predisposto i provvedimenti di liquidazione o i rup stessi. Retribuzioni illecite «che hanno – sottolinea il Gup Trapani – con tutta evidenza, prodotto un danno patrimoniale nei confronti del Comune di Reggio Calabria»

L’ORIGINE DELL’INCHIESTA A mettere in evidenza tali anomalie erano stati gli ispettori del Mef che nel lontano settembre 2011 sono stati chiamati dalla procura a passare al setaccio i bilanci del Comune di Reggio Calabria. Una perizia che ha svelato come per anni il bilancio sia stato confezionato ad arte, nascondendo debiti e millantando attivi, tali da permettere all’amministrazione dell’epoca di spendere, finanziare, acquistare e si è convertita nella prova regina del processo Fallara, costato una pesante condanna, in primo grado e in appello,  all’allora sindaco Giuseppe Scopelliti e ai revisori dei conti dell’epoca.

CORSA CONTRO IL TEMPO Per i dirigenti invece, si è deciso di procedere con un’inchiesta bis, per anni trascinatasi di proroga in proroga, di pm e pm, fino ad approdare sulla scrivania del sostituto procuratore Sara Amerio. È toccato a lei riprendere in fretta le fila di un’indagine che da lungo tempo si trascinava, anche sfrondandola delle – tante – contestazioni già tecnicamente prescritte, per tentare di portare a giudizio i dirigenti ritenuti responsabili del “salasso” dell’ente. Una vera e propria corsa contro il tempo, che non ha premiato gli ex burocrati. Quanto meno per adesso. Perchè l’orologio della prescrizione continua a correre.

 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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