Ultimo aggiornamento alle 22:53
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
 

«Uccise il giudice Caccia». Chiesto l’ergastolo per Schirripa

MILANO Il pm della Dda di Milano Marcello Tatangelo ha chiesto alla Corte d’Assise di Milano di condannare all’ergastolo Rocco Schirripa, panettiere torinese di origine calabrese, per l’omicidio d…

Pubblicato il: 25/05/2017 – 13:19
«Uccise il giudice Caccia». Chiesto l’ergastolo per Schirripa

MILANO Il pm della Dda di Milano Marcello Tatangelo ha chiesto alla Corte d’Assise di Milano di condannare all’ergastolo Rocco Schirripa, panettiere torinese di origine calabrese, per l’omicidio dell’ex procuratore di Torino Bruno Caccia, freddato a colpi di pistola sotto casa sua il 26 giugno 1993. Per il delitto il boss Domenico Belfiore, accusato di essere il mandante, è stato condannato all’ergastolo, ma al momento è ai domiciliari per ragioni di salute. Per il pm Tatangelo a dare il colpo di grazia al magistrato è stato proprio Schirripa, che doveva dare una “prova di coraggio” al boss. Rocco Schirripa, ha detto il pm Marcello Tatangelo nella sua lunga requisitoria, che è durata per ben tre udienze, è «oltre ogni ragionevole dubbio» l’esecutore materiale dell’assassinio del procuratore. Secondo Tatangelo, il boss Domenico Belfiore diede ordine di uccidere Caccia per «il suo estremo rigore». Il magistrato si stava interessando alle «attività finanziarie» della ‘ndrangheta tra Torino e Milano, rendendo difficile all’organizzazione fare affari, oltre a impedire ad altri magistrati vicini ai clan di “addomesticare” i processi. «In un dialogo con un altro esponente del clan – ha aggiunto il pm – Belfiore disse che “con Caccia procuratore, pur avendo amici in magistratura, per noi non c’è niente da fare”». «Il percorso di questo processo è stato complesso, ma siamo caduti e ci siamo rialzati», ha spiegato il pm all’inizio della requisitoria, facendo riferimento all’errore procedurale che aveva “azzerato” il procedimento. Adesso, però, per il pm Tatangelo c’è «una pluralità di elementi di prova che vanno valutati in modo congiunto». Nel pomeriggio l’udienza prosegue con gli interventi delle parti civili, tra cui i familiari di Caccia, difesi dall’avvocato Fabio Repici.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x