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Minutolo: in breve tempo la fusione tra Comuni

COSENZA Si è riunito il direttivo dell’associazione “Io partecipiamo” con una rappresentanza del “Cantiere civico per la città unica dell’area urbana” costituito da diverse associazioni che sosteng…

Pubblicato il: 27/05/2017 – 15:49
Minutolo: in breve tempo la fusione tra Comuni

COSENZA Si è riunito il direttivo dell’associazione “Io partecipiamo” con una rappresentanza del “Cantiere civico per la città unica dell’area urbana” costituito da diverse associazioni che sostengono il progetto di fusione dei comuni di Cosenza e Rende come primo passo di un’aggregazione più ampia che dovrà coinvolgere successivamente altri comuni dell’area urbana.                                                                  Alla riunione ha partecipato su invito di Piero Minutolo, ex sindaco di Cosenza e presidente dell’associazione “Io partecipiamo”, il professore di economia all’Unical e fondatore del sito Open Calabria, Francesco Aiello. Ha introdotto il dibattito Piero Minutolo il quale, dopo aver ringraziato Aiello per la sua disponibilità, ha rivendicato all’associazione “Io partecipiamo” il merito di aver determinato grande interesse e partecipazione sul tema del Comune unico dell’area urbana, grazie alle numerose iniziative organizzate e alle puntuali proposte avanzate. Subito dopo hanno preso la parola Franco Alimena, Oreste Parise, Franco Apuzzo, Emilio Cozza e il prof. Aiello il quale si è soffermato sulla situazione di grave crisi finanziaria in cui versa il sistema delle autonomie locali e sui vantaggi che possono derivare alle comunità amministrate dalla fusione tra Comuni. Su proposta di Piero Minutolo, ex sindaco di Cosenza e Presidente dell’associazione “Io partecipiamo” è stato approvato il seguente documento: «Il ridimensionamento delle Province ha determinato il trasferimento di numerose funzioni amministrative e di centinaia di dipendenti provinciali alla Regione che, pertanto, ha assunto fisionomia e funzioni lontanissime da quelle delineate e auspicate nel dibattito politico-culturale sul regionalismo che per tanti anni ha impegnato le migliori espressioni della cultura e della politica, in Italia e in Calabria. Al centralismo statale è stato affiancato il centralismo regionale a danno degli Enti locali che, resi più poveri dai minori trasferimenti, sono costretti a tagliare i servizi e/o aumentarne il costo elevando il livello di tassazione locale.  Dopo aver invocato per anni (tutte le forze sociali, culturali e politiche) un modello di governance  basato  su una  “Regione leggera” con funzione esclusivamente legislativa, regolamentare e di controllo, ci ritroviamo, paradossalmente, un Ente carico di funzioni amministrative e di un numero eccessivo di dipendenti che la cittadella regionale riesce a stento a contenere. Se non si affronterà – afferma Minutolo – con determinazione il tema del riordino del sistema istituzionale  locale e del decentramento delle funzioni amministrative, si rischia il depotenziamento della già scarsa capacità di risposta  dei centri decisionali della Regione e dei comuni, molti dei quali in dissesto o predissesto finanziario. Non è più sostenibile una Regione zeppa di funzioni amministrative e un sistema di autonomie locali costituito da 405 comuni – l’80% dei quali con popolazione inferiore a 5.000 abitanti – in una regione di appena 2 milioni di abitanti. È auspicabile, pertanto, rivisitare, in tempi ragionevolmente brevi, l’attuale legislazione regionale in materia di fusione tra Comuni così come auspicato dall’assemblea regionale dei sindaci, segretari comunali, dirigenti e associazioni svoltasi il 15 maggio scorso a Catanzaro su iniziativa del vicepresidente della giunta regionale, Antonio Viscomi. La volontà di riordino del sistema delle autonomie locali non deve essere utilizzata, tuttavia, come pretesto per rallentare o rinviare ad un tempo futuro ed incerto le iniziative di fusione in cantiere. La nuova disciplina di riordino delle autonomie locali dovrà puntare, secondo noi, a diminuire il numero dei comuni per aumentarne peso ed efficacia, in maniera tale da renderli, subito dopo, destinatari di gran parte delle competenze amministrative attualmente espletate dalla Regione. Per raggiungere questi obiettivi sarà necessario pensare a riconoscere un ruolo di iniziativa alle comunità locali e attribuire significative incentivazioni, non solo ai nuovi comuni ma anche ai loro cittadini. Proponiamo, pertanto, che nella nuova legge regionale  si preveda: di riconoscere al cittadino-elettore, in caso di inerzia dei consigli comunali, il diritto di poter iniziare il procedimento di fusione mediante la presentazione alla Regione di una richiesta motivata di indizione del Referendum consultivo, sottoscritta da almeno il 10 % degli iscritti nelle liste elettorali di ciascuno dei comuni interessati, così come previsto in altre leggi regionali. Le modalità di finanziamento dei percorsi partecipativi e degli adempimenti preliminari da porre in essere per l’espletamento dei Referendum consultivi; che dopo l’effettuazione del Referendum si dovrà procedere obbligatoriamente all’istituzione del nuovo Ente locale se la proposta di fusione otterrà il voto favorevole della maggioranza dei votanti in ciascuno dei comuni coinvolti; di dare priorità ai comuni nati da fusione nella ripartizione dei contributi previsti dai provvedimenti regionali di settore e nell’attribuzione dei finanziamenti europei; la costituzione di un fondo annuale finalizzato al trasferimento di contributi regionali straordinari (diversificati in base al numero degli abitanti) aggiuntivi di quelli statali, da assegnare, per almeno 5 anni consecutivi, ai nuovi Enti derivanti da fusione;  la riduzione del 30% dell’addizionale regionale, per 5 anni consecutivi, ai cittadini residenti nei nuovi comuni». 

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