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Sistema “Rende”, chiesto il rinvio a giudizio per Principe

CATANZARO Richieste di pene per chi ha scelto l’abbreviato, richiesta di rinvio a giudizio per chi ha scelto il rito ordinario. È durata tre ore la terza giornata  della requisitoria del pm della D…

Pubblicato il: 29/05/2017 – 12:04
Sistema “Rende”,  chiesto il rinvio a giudizio per Principe

CATANZARO Richieste di pene per chi ha scelto l’abbreviato, richiesta di rinvio a giudizio per chi ha scelto il rito ordinario. È durata tre ore la terza giornata  della requisitoria del pm della Dda Pierpaolo Bruni, che si è svolta nell’aula bunker del Tribunale di Catanzaro. Si è conclusa la requisitoria  dell’udienza preliminare nel procedimento che vede coinvolti l’ex sottosegretario Sandro Principe, altri politici e i presunti boss arrestati nell’operazione “Sistema Rende” il 23 marzo di un anno fa. Nell’inchiesta oltre al sottosegretario furono coinvolti l’ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli (candidato alle regionali del 2014 nella lista “Oliverio presidente”, nella quale ha riportato 4.780 voti) e l’ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo. Tra i politici arrestati c’era inoltre l’ex consigliere e assessore comunale Giuseppe Gagliardi. Il provvedimento restrittivo, emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro il 23 marzo del 2016, venne poi notificato in carcere a quattro elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà, Adolfo D’Ambrosio (49), Michele di Puppo (52), Francesco Patitucci (56) e Umberto di Puppo (47). E le manette scattarono pure per Marco Paolo Lento (41).

LE RICHIESTE DEL PM Il pubblico ministero ha chiesto la condanna per gli imputati che hanno scelto l’abbreviato, ovvero: chiesti 6 anni per Michele Di Puppo e Adolfo D’Ambrosio; 4 anni per Patitucci e Umberto Di Puppo; 1 anno e 4 mesi per Mirabelli e Lento. Per tutti gli altri che hanno scelto l’ordinario il pm ha chiesto il rinvio a giudizio. Quindi per la Procura devono andare a processo Principe, Gagliardi, Ruffolo e Bernaudo. 

«LA COSCA HA FATTO CAMPAGNA ELETTORALE PER PRINCIPE» Il pm Bruni, per tre ore, ha completato la ricostruzione dell’inchiesta – iniziata in altre due udienze – e ha ripercorso le indagini basandosi su una corposa documentazione, comprese sentenze della Cassazione e intercettazioni a supporto della tesi accusatoria. Il pubblico ministero ha ribadito più volte – portando a riprova atti depositati –  che le accuse a Principe arrivano non solo dalle dichiarazioni dei pentiti ma anche e soprattutto da un insieme di dichiarazioni di persone informate sui fatti e di intercettazioni in cui i capi dell’organizzazione ammettevano di aver fatto campagna elettorale per l’onorevole Principe. 
In udienza il pm ha letto parti di intercettazioni da cui emergeva chiaramente – secondo l’accusa – che anche le assunzioni di Michele Di Puppo e di Lanzino erano state avallate e volute da Principe. L’inchiesta ha evidenziato che c’erano due parti contrattuali una rappresentata da Principe e dai suoi (ovvero Bernaudo e Ruffolo) e l’altra dalla cosca Lanzino-Rua’. E che – ha spiegato il pm al gup Care’ – come emerge dalle intercettazioni tuti i capi dell’organizzazione hanno ricevuto favori da Principe e da una parte della sua coalizione. 

L’INCHIESTA Le accuse formulate nei confronti di Principe sono di corruzione elettorale aggravata e concorso esterno in associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetista. Per l’ex assessore regionale, i politici e Lento (considerato il trait d’union tra politici e presunti boss) furono disposti gli arresti domiciliari. Mentre per i quattro esponenti di vertice della cosca “Lanzino-Ruà”, egemone in provincia di Cosenza, era stata disposta la custodia in carcere. L’ex sottosegretario è stato sindaco di Rende, assessore e consigliere regionale della Calabria. I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione.
Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati Franz Caruso, Franco Sammarco, Francesco Tenuta, Giuseppe Manna, Luigi Gullo, Cesare Badolato, Laura Gaetano, Angelo Pugliese, Gianluca Garritano, Paolo Pisano, Francesco Calabrò. L’udienza preliminare è stata aggiornata al prossimo 23 giugno per le arringhe della difesa. 

 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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