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Il “default” a Paola può essere un’opportunità

Quando si dice che noia! A pochi giorni dalla chiamata alle urne il tanto atteso rinnovamento, voluto e sollecitato dalla collettività – a parte qualche spiraglio proveniente dall’associazionismo e…

Pubblicato il: 30/05/2017 – 9:09
Il “default” a Paola può essere un’opportunità

Quando si dice che noia! A pochi giorni dalla chiamata alle urne il tanto atteso rinnovamento, voluto e sollecitato dalla collettività – a parte qualche spiraglio proveniente dall’associazionismo e dalla società civile – non c’è stato. In questo periodo si assiste, di fatto, a un dibattito politico condizionato (ahinoi!) da fake news e dalla loro smentita vera o falsa, da un utilizzo massiccio dei social media privi di argomenti se non per dar voce al dibattito peggiore ovvero per coniare slogan della propria indole capaci di far arrossire il personaggio di “Cetto La Qualunque”. Per non parlare delle linee programmatiche, vaghe, già viste e rilette, presentate più perché richieste dalle disposizioni legislative che non per essere oggetto di confronto con i cittadini (e per fortuna che si parli di partecipazione). In altre parole l’auspicio o meglio la pretesa è quello di una classe politica, che negli ultimi giorni di campagna elettorale, dimostri la giusta maturità idonea ad accantonare la politica degli insulti e degli appellativi, a tutto vantaggio di un confronto di idee e progetti futuri. Per esempio perché non guardare alla situazione di default dal lato positivo della medaglia? La stessa infatti potrebbe diventare quel valore aggiunto utile ad eliminare sprechi e a valutare metodi alternativi di finanziamento. Penso, per esempio, all’adozione di processi di reingegnerizzazione aziendali (Bpr) adottati ormai in molte amministrazioni pubbliche utili a ridefinire, anche attraverso modifiche allo Statuto comunale e secondo le prescrizioni di legge, i meccanismi di funzionamento della macchina burocratica; ciò in funzione di servizi rapidi, che costino meno e producano di più, sia nei confronti della collettività che in termini di maggiore gettito. Questo grazie anche alla semplificazione e alla trasparenza dei rapporti tra PA e utente previsti dal codice dell’amministrazione digitale. Altro importante aspetto è rappresentato dall’introduzione del controllo di gestione, per come definito dall’art. 196 del D.lgs 267/2000 (Tuel), con cui, annualmente, misurare la realizzazione dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi programmati e il corretto ed economico utilizzo delle risorse. Lo stesso, oltre a prevedere servizi più efficaci, efficienti ed economici, imporrebbe una maggiore responsabilizzazione della dirigenza e dell’amministrazione in generale. Alternativa ai minori trasferimenti dello Stato potrebbe essere rappresentata, tra l’altro, dai social impact bond (Sib), partnership tra diversi attori locali finalizzati a raccogliere capitali privati per promuovere politiche pubbliche innovative. Gli stessi non sono altro che fonti di finanziamento in cui il rendimento per l’investitore è determinato dagli impatti positivi generati da una certa attività sociale. La convenienza per la PA è rappresentata dal fatto che quest’ultima provveda al pagamento solo se il programma sia stato capace di generare risultati sociali. In caso contrario, invece, l’amministrazione non sarà tenuta a sostenere alcun costo. 
Ulteriore aspetto di cui tener conto è il d.lgs. 50/2016 noto come codice degli appalti e contratti con cui il legislatore è intervenuto soprattutto per semplificare le modalità di affidamento tramite project financing: vengono facilitate le procedure (una sola ad iniziativa pubblica e una sola a totale iniziativa del privato) con l’obiettivo di promuovere il finanziamento alternativo di opere pubbliche, soprattutto alla luce delle minori disponibilità finanziarie di bilancio. 
Tutto ciò per dire che le buone pratiche di governo esistono, basta  applicarle; l’impianto normativo previsto dal legislatore va, di fatto, in questa direzione: razionalizzazione, efficienza, trasparenza e responsabilizzazione. Naturalmente serve una classe politico-amministrativa preparata, capace contemporaneamente di accantonare vecchie logiche clientelari e di conformarsi alla nuove disposizioni legislative e normative. Del resto se così non fosse, ovvero se nessuno dimostrerà di possedere la giusta tenacia al cambiamento, quello che oggi viene proposto e presentato nei programmi elettorali ai cittadini rimarrà, come in passato, soltanto un vago ricordo.   

*specializzando PA

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