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Reggio, sequestrata Villa Aurora

REGGIO CALABRIA Finisce sotto sigilli la casa di cura Villa Aurora. Su ordine della procura della Repubblica, il 95% del capitale sociale della nota clinica è stato sottoposto a sequestro preventiv…

Pubblicato il: 30/05/2017 – 17:12
Reggio, sequestrata Villa Aurora

REGGIO CALABRIA Finisce sotto sigilli la casa di cura Villa Aurora. Su ordine della procura della Repubblica, il 95% del capitale sociale della nota clinica è stato sottoposto a sequestro preventivo alla luce dei gravi indizi di colpevolezza per false comunicazioni sociali, truffa aggravata e appropriazione indebita emersi a carico degli attuali e degli ex titolari e amministratori. Secondo alcune indiscrezioni, tutti quanti sarebbero stati destinatari di un avviso di garanzia. Anche l’immobile di proprietà della clinica, del valore stimato di 8,9 milioni di euro, è finito sotto sequestro. Misure d’urgenza che si sono rese necessarie perché «alla base dell’acquisizione del pacchetto azionario dellasocietà vi sia stata l’esclusiva finalità di depauperare il patrimonio della stessa»

BLITZ E PERQUISIZIONI Contestualmente all’esecuzione della misura, la Guardia di finanza ha effettuato un blitz nella nota casa di cura, con l’ordine di sequestrare ogni documento utile alle indagini. Questa mattina di buon’ora militari si sono presentati in forze a Villa Aurora, insieme ad uno dei magistrati della Procura reggina per eseguire un decreto di perquisizione e sequestro. Appena giunti in clinica i finanzieri si sarebbero diretti verso gli uffici dell’amministrazione, allontanando tutti i dipendenti, per poi iniziare a passare in rassegna faldoni, fatture e scritture contabili. Chi c’era, racconta che l’attuale amministratore della società, Francesco Margiotta, sia arrivato in tutta fretta, ma al momento non è chiaro se sia stato convocato o sia accorso dopo aver saputo della presenza della Finanza in clinica.

AMMINISTRAZIONE AL SETACCIO Per ore, I finanzieri sono chiusi nei due uffici, da cui – solo di tanto in tanto – qualche militare è uscito portando via interi scatoloni di documenti. Il blitz si inquadra nell’ambito dell’indagine da tempo aperta sull’acquisizione e gestione della clinica, come sulle misteriose manovre societarie, scoperchiate dal Corriere della Calabria, che hanno caratterizzato la gestione degli ultimi anni.  E il conseguente lento declino della struttura, che da mesi combatte contro il default.

IPOTESI ACCUSATORIA Ma per i magistrati non si tratta semplicemente di mala gestione. L’agonia di Villa Aurora sarebbe stata eterodiretta. Anzi, la stessa acquisizione della maggioranza delle quote sarebbe stata decisa per svuotare la società.

IL LENTO DECLINO C’è una data d’inizio della lenta morte di Villa Aurora. Corrisponde alla data dell’acquisizione del 95% della società che gestisce la clinica da parte del gruppo Sant’Alessandro (Gsa), società con sede in Frosinone costituita nell’aprile 2014, solo qualche mese prima dell’acquisto delle quote, e con un capitale neanche interamente versato. A controllarla al 50% erano all’epoca Alessandro Casinelli e da Giorgio Rea, che per lungo tempo ne è stato presidente del cda e amministratore delegato.  

PAGAMENTO NON ONORATO È a loro che gli antichi proprietari della clinica, fatta eccezione per la dottoressa Briatico che ha trattenuto per ragioni affettive una quota del 5%, hanno venduto il le loro quote della struttura sanitaria, accettando un pagamento rateale che in realtà non sarebbe mai stato onorato. A nulla è servita anche la una fidejussione sottoscritta a garanzia del pagamento perché rilasciata da un intermediario finanziario, dichiarato fallito nel 2015 con sentenza del Tribunale di Roma.

12 FINANZIAMENTI PERICOLOSI Ma non è solo per questo che la Guardia di Finanza, su denuncia di Briatico, ha iniziato a indagare su Villa Aurora. Proprio nei mesi in cui era il Gruppo Sant’Alessandro a gestire la clinica, da Villa Aurora sono partiti 12 finanziamenti infragruppo, per un totale che supera 1,2 milioni di euro, proprio mentre i dipendenti firmavano loro malgrado un contratto di solidarietà, che dimezzava i loro stipendi.

PROBLEMI DI LIQUIDITA’ Quei finanziamenti – ha comunicato in seguito l’allora amministratore della clinica Domenico Mangiapelo –  «Sono stati eseguiti su richiesta del socio di maggioranza al fine di porre rimedio ad esigenze di liquidità della capogruppo gruppo Grs. A tal riguardo si comunica che il su indicato finanziamento verrà restituito dalla società beneficiaria in un arco temporale di medio periodo con rate annuali a partire dal 3 novembre 2017».  Ma questa non è una delle manovre – quanto meno opache – che sono state registrate negli ultimi anni a Villa Aurora, rimasta nel frattempo orfana anche di uno dei due soci che l’avevano acquisita.

DIVORZIO Nell’ottobre 2016, Rea e Casinelli, decidono improvvisamente di dividere le proprie strade. Tra l’estate e l’autunno, liquidano diverse società, rompono ogni rapporto e si spartiscono il patrimonio. Villa Aurora rimane Rea, che la rileva con una società di nuovo conio, la Grs, per la modica cifra di 1.420.000, da pagare in “comode” rate. Anche queste mai onorate e oggetto di una serie di azioni di recupero crediti da parte di Casinelli, mentre la clinica continuava ad affogare per i debiti.

DEPAUPERAMENTO Tutte operazioni che hanno lentamente depauperato Villa Aurora. Svuotata dell’intero capitale sociale, la società che gestiva la clinica nel marzo scorso è stata trasformata da spa in srl, con un capitale sociale pari a soli 10mila euro. Una manovra per poi rivenderla a poco prezzo? Secondo qualcuno sì.

VENDITE FRETTOLOSE Non più tardi di una decina di giorni fa, il titolare della Grs, Giorgio Rea ha venduto per soli 9.500tutte le sue quote a un suo storico collaboratore, Marco Petricca, considerato dagli inquirenti un «soggetto “etero-diretto” dal principale indagato». Solo tre giorni prima, in clinica era stato notificato un avviso di pignoramento all’indirizzo di Rea e della Villa Aurora spa. A inviarlo all’attuale “padrone” di Villa Aurora è Alessandro Casinelli del Gruppo Sant’Alessandro, ex socio di Rea, da un anno trasformatosi in spazientito creditore. Saranno queste le «ulteriori condotte volte ad ostacolare l’attività dell’organo di controllo» che i magistrati hanno voluto bloccare con il sequestro?

COCCI Toccherà all’indagine dare una risposta. Nel frattempo, saranno due amministratori giudiziari a tentare di raccogliere i cocci di una clinica che un tempo era fra le più note di Reggio e provincia ed oggi rischia di affondare insieme alle centinaia di dipendenti che tuttora ci lavorano. 

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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