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Spese pazze, condannati Rappoccio e Serra

CATANZARO La Corte dei conti ha ritenuto responsabili di danno erariale gli ex consiglieri regionali, componenti del gruppo “Insieme per la Calabria” Antonio Rappoccio e Giulio Serra. Dovranno rest…

Pubblicato il: 01/06/2017 – 5:57
Spese pazze, condannati Rappoccio e Serra

CATANZARO La Corte dei conti ha ritenuto responsabili di danno erariale gli ex consiglieri regionali, componenti del gruppo “Insieme per la Calabria” Antonio Rappoccio e Giulio Serra. Dovranno restituire alla Regione Calabria oltre 67 mila euro. La vicenda riguarda l’utilizzo improprio di somme «di cui entrambi avevano il possesso o comunque la disponibilità, per ragioni del proprio ufficio». Nello specifico, per le annualità 2101 e 2012 Rappoccio avrebbe incassato da Serra somme in via anticipata per complessivi 21mila 450,57 euro «in assenza di qualunque documentazione giustificativa». Ancora, nel 2010 , Serra avrebbe consegnato a Rappoccio 23mila 300 euro a fronte di 9 ricevute fiscali «per spese di ristorazione imprecisate sostenute da quest’ultimo». Nel 2011, il consigliere avrebbe poi «chiesto e ottenuto il rimborso di 14mila 469 euro a fronte della presentazione al capogruppo di tre ricevute/fatture relative a spese di tipografia emesse tra settembre e dicembre 2011, senza però che in quel periodo di fossero tornate elettorali nelle quali Rappoccio era candidato». Infine, sempre nel 2011 Rappoccio avrebbe documentato a Serra, per ottenere il rimborso, «una somma di 620 euro che egli avrebbe rimesso all’associazione “Il nodo di Ipazia”; tuttavia – si legge nella sentenza – sentita dalla polizia giudiziaria inquirente, la legale rappresentante smentiva categoricamente di avere ricevuto la contribuzione». Punto su punto, i giudici contabili si soffermano per argomentare la condanna. Nel caso delle somme anticipate la Corte dei Conti osserva che «non v’è dimostrazione di sorta, ne in sede di rendicontazione ne nel corso del giudizio, che le stesse siano riferibili ad attività istituzionali del consigliere». In ordine poi alle spese di ristorazione, «non emerge alcun collegamento documentale con le attività propriamente politiche inerenti lo svolgimento del mandato elettorale da parte di Rappoccio».
Toccherà a Serra restituire un quinto della somma stabilita dalla Corte dei Conti, i restanti quattro quinti dovrà pagarli Rappoccio. La «colpa grave» di Serra «consiste nel non avere verificato la rispondenza delle ricevute e delle “pezze” giustificative consegnategli da Rappoccio ai requisiti di cui alla legge regionale». A Rappoccio viene invece addebitato il dolo, «essendosi raggiunta ampia prova in ordine all’utilizzazione per fini proprie personali, sicuramente estranei alle attività politiche del gruppo consiliare, delle somme che gli erano state consegnate dal capogruppo».

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