Fausto Orsomarso ha proposto di chiudere la commissione Antindrangheta del Consiglio regionale della Calabria, del quale fa parte. Concordo, era ora che un inquilino del palazzo lo dicesse. Tutti sanno che quella commissione costa tanto e rende poco. Nel concreto forse nulla. Posso affermarlo con grande tranquillità, perché in Calabria la ‘ndrangheta è sempre più un costume, una seduzione per la politica, una cultura dominante.
Orsomarso non ha scritto, però, che la ‘ndrangheta sta dentro le istituzioni. Nello stesso consiglio regionale se ne sente il puzzo da tempo; tanto per la questione morale (nel Pd) che da ultimo ha richiamato il direttore Paolo Pollichieni, quanto per l’inquinamento, certificato, relativo alla precedente legislatura. Se non bastasse, si ricordino gli addebiti al già assessore e consigliere regionale Nazzareno Salerno nell’inchiesta sui fondi europei destinati ai bisognosi e distratti da ‘ndrangheta e compari. Dunque il discorso di Orsomarso è debole, non convince. Non si offenda, ma la verità è questa, scomoda e perciò nascosta, benché ci sia bisogno di ripeterla ogni giorno.
La proposta di Orsomarso andrebbe formalizzata, intanto per coerenza. Attenderò concreto riscontro. Tuttavia, non basta eliminare la commissione Antindrangheta. Non serve nemmeno la commissione speciale di Vigilanza, lo dimostrerò con un esempio molto chiaro.
È agli atti l’audizione del 26 aprile 2016 resa in Vigilanza dal dg del dipartimento regionale Tutela della Salute, Riccardo Fatarella. Sulla revoca della verifica dei requisiti di legge presso la Cardiochirurgia del policlinico universitario di Catanzaro, Fatarella raccontò: «Con il decreto 70, le strutture pubbliche o private che non raggiungono un certo livello di produzione di attività vanno chiuse. La Cardiochirurgia di “Mater Domini” non raggiunge quel livello di produttività. Appena funzionerà a pieno regime la Cardiochirurgia di Reggio, il Dipartimento, la Regione e i commissari dovranno spiegare a se stessi e poi alla comunità e a chi fa vigilanza in tutte le sedi perché si tiene aperta, pur avendone già due che funzionano». «Quindi – continuò Fatarella – avremo il problema, comunque, di questa Cardiochirurgia che chiude il venerdì, che non fa urgenza, se non sotto molte insistenze». E ancora: «I requisiti di cui disponeva e dispone il policlinico erano, oggettivamente, insufficienti, tant’è che la commissione di Crotone li aveva elencati: alcuni erano particolarmente critici da un punto di vista della sicurezza, come la terapia intensiva non nelle immediate vicinanze». «La commissione incrociata – spiegò Fatarella – è andata a controllare e ha fatto delle prescrizioni. Poi l’azienda sanitaria di Catanzaro ha fatto una delibera di chiusura trasmessa al Dipartimento, ma era una chiusura con prescrizioni». Fatarella ribadì la necessità «della terapia intensiva in forma esclusiva, come vuole la legge, perché i pazienti cardiochirurgici sono immunodepressi ancor più critici». «Purtroppo, i commissari – dichiarò Fatarella in Vigilanza – non hanno capito che si stava risolvendo il problema, perché si stava risolvendo, purché fosse anche “Mater Domini”, come a parole aveva dichiarato di essere, disponibile ad adeguarsi». «Questa storia, questo percorso – rimarcò Fatarella – non l’hanno voluto portare a compimento, hanno revocato gli atti della commissione di Crotone, dell’Asp di Catanzaro e indirettamente anche del Dipartimento che aveva attivato la procedura nell’estate, grosso modo, 2015. Se ne assumeranno le responsabilità, io spero che non succeda nulla, però, se succedesse, i nomi e i cognomi sono ben noti»
Quel resoconto di Fatarella in commissione speciale di Vigilanza del consiglio regionale è rimasto lettera morta. Pertanto sarebbe giusto sopprimere Antindrangheta e Vigilanza, e magari guardare alle patologie della politica, alle cure disponibili.
*Giornalista
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