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«Baciamano ignobile, ma la cattura è una grande vittoria»

REGGIO CALABRIA La scena del baciamano fatto da un vicino al boss Giuseppe Giorgi dopo la cattura è «ignobile, ma non è certo né condivisione né tantomeno segno di debolezza dello Stato che anzi, i…

Pubblicato il: 03/06/2017 – 12:43
«Baciamano ignobile, ma la cattura è una grande vittoria»

REGGIO CALABRIA La scena del baciamano fatto da un vicino al boss Giuseppe Giorgi dopo la cattura è «ignobile, ma non è certo né condivisione né tantomeno segno di debolezza dello Stato che anzi, in questa occasione, ha dato una straordinaria dimostrazione di forza». Lo ha detto all’Ansa il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho. «I carabinieri che si abbracciano felici come bambini dopo l’arresto – ha aggiunto – sono la parte più bella di uno Stato efficiente in grado di catturare un latitante». 
L’episodio, secondo il capo della Dda reggina, si è verificato per il contesto particolare in cui è maturato. «I carabinieri – ha spiegato de Raho – non l’avrebbero mai permesso ma si sono trovati a muoversi in un corridoio lungo e stretto dove era difficile anche muoversi affiancati. In più è giunto al termine di una perquisizione durata oltre cinque ore nel corso delle quali i militari hanno lavorato in presenza di persone in casa che urlavano e minacciavano dicendo che non c’era nessuno. Noi, inoltre, conosciamo bene la forza militare della ‘ndrangheta, e in quel contesto, i carabinieri erano anche impegnati a guardarsi intorno. L’importante era portare via Giorgi senza problemi ed è quello che è stato fatto». «L’aspetto straordinario di questa vicenda – ha sottolineato il magistrato – è stata la capacità dei carabinieri, con il coordinamento della Dda, di raggiungere l’obiettivo della cattura del latitante più importante. Un risultato ottenuto con la sola capacità di indagine, senza ricorrere a confidenti. Noi, inquirenti ed investigatori, non abbiamo rapporti con la criminalità. Non intendiamo dare riconoscimenti a nessuno». «Un risultato – ha detto ancora de Raho – raggiunto con il sacrificio di uomini e donne dell’Arma che hanno lavorato 24 ore di seguito ed anche di più perché l’importante è raggiungere il risultato. In altri Stati, al termine del servizio staccano, qua no. Quei ragazzi e ragazze sono andati avanti fino a centrare il risultato, senza guardare l’orologio. Una situazione che ho il privilegio e conoscere e condividere. Il festeggiare insieme, l’abbracciarsi è un po’ come tornare bambini, è dimostrare l’amore per il proprio lavoro. E quella è la parte più bella dello Stato».

IL VESCOVO: ATTEGGIAMENTO CHE COLPISCE «Colpisce questo atteggiamento verso una persona che viene portata via da casa dalle forze dell’ordine per essere arrestato». Lo dice al Sir, l’agenzia di stampa dei vescovi, il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, commentando il gesto di una persona che ha destato scandalo durante la cattura del boss. Un gesto di «attenzione» e di «rispetto»: «Rispetto “tra virgolette” – dice il presule – perché esprime un ossequio verso il boss e dimentica quello che c’è dietro comportamenti mafiosi e criminali che non meritano alcun rispetto. Purtroppo tutto questo – aggiunge mons. Oliva – è sintomo di una mentalità di ossequio al mafioso di turno che sta ad esprimere l’atavica suggestione psicologica della gente verso queste persone».

OLIVERIO: IL BACIAMANO NON PUO’ OSCURARE IL VALORE DELL’ARRESTO Per il presidente della Regione Mario Oliverio «La cattura del latitante Giorgi è una evidente manifestazione della capacità di contrasto dello Stato nei confronti della ‘ndrangheta in Calabria. All’Arma dei carabinieri va dato atto di aver condotto con successo un’ardua operazione che ha inferto un colpo durissimo alla cosca mafiosa di un boss considerato uno dei latitanti più pericolosi d’Italia. Lo scandaloso gesto del baciamano non può oscurare il valore e l’efficacia di questa meritoria azione condotta con alta professionalità investigativa ed elevata efficienza operativo-militare».

MAGORNO: GESTO CHE INDIGNA «Il gesto del baciamano al boss mafioso appena catturato ci colpisce e ci riempie di indignazione e amarezza, ma ciò che rimane impressa nella nostra mente è l’importanza dell’operazione messa a segno dai carabinieri e dalla Dda di Reggio Calabria, ovvero l’arresto di uno dei latitanti più pericolosi in Italia, accusato di reati gravissimi». Ad affermarlo è Ernesto Magorno, segretario regionale del Pd. «Crediamo – prosegue – che la Calabria debba con forza prendere le distanze da un irresponsabile gesto di reverenza nei confronti di un criminale e, nello stesso tempo, con ancora più forza debba sentirsi orgogliosa delle straordinarie capacità investigative e militari dei nostri apparati giudiziari che, con l’arresto di Giuseppe Giorgi, hanno portato a compimento un altro colpo nella loro preziosa opera di ripristino della legalità dei nostri territori. Ciò che giudichiamo straordinario in questa vicenda è l’abnegazione dei nostri militari che, come ha fatto notare il procuratore capo di Reggio Calabria Cafiero de Raho, per giorni interi, con grande fatica e dedizione si sono cimentati in un’operazione molto pericolosa, portandola avanti con successo. C’è, dunque, una Calabria fatta di persone perbene, ogni giorno dedite a fare il proprio dovere in silenzio e con tanta dignità e soprattutto, lontanissime da quell’ignobile gesto. A questa moltitudine di calabresi – conclude Magorno – noi ci rivolgiamo, garantendo appoggio e diritto di rappresentanza, nella certezza che l’arresto del boss sia la sconfitta più forte ad atteggiamenti di connivenza e vile ossequio».

GENTILE: LA POLITICA ONESTA STA CON I CARABINIERI «La politica, quella onesta, quella che ogni giorno onora le Istituzioni ed i vari consessi in cui è impegnata, sta dalla parte dei carabinieri. Da anni la magistratura e le Forze dell’ordine – afferma il senatore Antonio Gentile, sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico – stanno portando avanti a Reggio Calabria un lavoro poderoso di contrasto nei confronti della ‘ndrangheta. Un impegno – prosegue – che ormai ha assunto una valenza nazionale e che sta facendo pulizia all’interno delle stesse Istituzioni. In questa battaglia difficile noi siamo al loro fianco, consapevoli che si tratti di un compito duro. È dall’altro lato evidente, però, che sulla tematica della giustizia in Calabria è necessario aprire un dibattito a livello nazionale, alla luce del fatto che sempre più le Istituzioni risultano permeate da gravi fenomeni criminali. E gli ultimi episodi dimostrano la sua diffusione. Fenomeni che molto spesso non risultano appariscenti e che riguardano una zona grigia che sfugge all’attenzione generale. Perciò è necessario un dibattito nazionale, che si affianchi a quell’opera di pulizia che da tempo è in corso ma che mai come oggi ha bisogno di essere ancora più approfondita». 

COVELLO: LA CALABRIA E’ DALLA PARTE DELLO STATO «Non ci sono dubbi su da che parte stiano i calabresi. La stragrande maggioranza degli uomini e delle donne di questa terra sono dalla parte dello Stato e della legalità. Molti pagando di persona prezzi alti». Lo afferma in una nota la deputata dem Stefania Covello. 

CISL: NELLA REGIONE C’E’ UNA PARTE SANA «Non tutti i calabresi avrebbero reagito con un baciamano al boss nel momento della sua cattura e proprio perché nell’assetto sociale della regione esiste una parte sana (la maggioranza sicuramente) che non è rappresentata da quell’episodio, la Cisl condivide in pieno le parole del procuratore Giuseppe Lombardo il quale invita i nostri corregionali a dire da che parte stanno, a condannare platealmente quelli che lo stesso pm ha definito “vergognosi gesti simbolici e ridicoli rituali”». E’ quanto affermano Paolo Tramonti, segretario Cisl Calabria e Rosi Perrone, segretario Cisl Reggio Calabria.

 

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