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L’appello della sorella agli amici di Francesco: «Dite quello che sapete»

VIBO VALENTIA Chiedono verità e giustizia i familiari di Francesco Prestia Lamberti, il 15enne di Mileto ucciso a colpi di pistola da un coetaneo nella tarda serata del 29 maggio scorso. E lo fanno…

Pubblicato il: 04/06/2017 – 7:34
L’appello della sorella agli amici di Francesco: «Dite quello che sapete»

VIBO VALENTIA Chiedono verità e giustizia i familiari di Francesco Prestia Lamberti, il 15enne di Mileto ucciso a colpi di pistola da un coetaneo nella tarda serata del 29 maggio scorso. E lo fanno con un appello lanciato sabato su Facebook da Marina, la sorella di Francesco, che scrive: «Non bastano le foto con le dediche…. per FRANCESCO, serve giustizia, serve conoscere la verità; è tutto così impensabile…. quindi , a voi “AMICI”, so e sapete che non sarete mai ai livelli di mio fratello, perché lui ha perso la vita proprio per questo , lui amava i suoi amici, il suo stato di whats app era “meglio crepare che tradire” ….. FRANCESCO PRESTIA LAMBERTI non avrebbe mai tradito nessuno di voi, e voi lo sapete! Quindi chiedo ad ognuno di voi di mettere una mano sulla coscienza e di DIRE TUTTO QUELLO CHE SAPETE».
Uno scritto a tratti duro, quello della sorella della vittima, che evidentemente fa capire come ancora ci siano molti dubbi da dipanare su un omicidio efferato, e forse scaturito da motivi futili, che ha sconvolto la comunità della cittadina del Vibonese, alle prese nel frattempo con altri inquietanti episodi di violenza come i colpi d’arma da fuoco esplosi nei giorni scorsi contro un centro per migranti e contro il cancello d’ingresso del locale Parco archeologico.

IL MOVENTE E GLI EVENTUALI COMPLICI Dopo il delitto il 15enne A. P., amico della vittima e appartenente a una famiglia nota alle forze dell’ordine, si è consegnato ai carabinieri della locale stazione e ha indicato agli inquirenti il luogo – una zona di campagna lungo la strada che conduce a Francica – in cui poi avrebbero trovato il cadavere di Francesco. La vittima, che aveva ancora le mani in tasca, è stata uccisa con due colpi sparati da una pistola di piccolo calibro, legalmente detenuta da un familiare del presunto assassino ma mai ritrovata. Due colpi fatali, alla nuca e al petto, che farebbero pensare anche a un tentativo di fuga. Gli inquirenti, forse non convinti a pieno dal racconto del 15enne accusato di omicidio volontario, continuano a indagare per capire innanzitutto se davvero Francesco sia stato ucciso nel luogo in cui è stato ritrovato il cadavere – dove non sono state rilevate tracce di sangue e non sono stati trovati i bossoli – o se il delitto non sia stato consumato in un altro luogo. E poi, oltre al movente – una delle ipotesi è da ricondurre alla gelosia per una ragazzina che pare avesse comunicato alla vittima voler “lasciare” il presunto assassino – , c’è da fare chiarezza sull’eventuale premeditazione e sul possibile ruolo di complici o di terze persone che possano aver visto qualcosa. 

L’AUTO SEQUESTRATA A UN 19ENNE Al vaglio degli inquirenti c’è anche la posizione di un 19enne del luogo, amico della vittima e del carnefice, che il giorno dopo il delitto si è presentato ai carabinieri per rendere dichiarazioni spontanee: ha raccontato di aver accompagnato in auto la vittima sul posto, ma senza sapere che il presunto assassino sarebbe stato armato. Nei confronti del 19enne per il momento non sono stati adottati provvedimenti cautelari dall’Autorità giudiziaria, ma la sua Fiat Punto è stata sequestrata per essere sottoposta ad esami scientifici. Una delle ipotesi investigative, infatti, è che il delitto possa essersi consumato in un altro luogo – pare che alcuni abitanti abbiano sentito dei colpi d’arma da fuoco in una piazza nel centro del paese – e che qualcuno possa aver aiutato A. P. a trasportare il corpo di Francesco nel luogo in cui è poi stato ritrovato. 

s. pel.

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