Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Minniti e Scalfari, le sfide globali viste da due calabresi "doc"

ROMA Si parla di Libia, di come gestire l’enorme flusso di migranti proveniente dall’Africa, ma c’è anche molta Calabria nel colloquio tra il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari e il ministro …

Pubblicato il: 07/06/2017 – 16:34
Minniti e Scalfari, le sfide globali viste da due calabresi "doc"

ROMA Si parla di Libia, di come gestire l’enorme flusso di migranti proveniente dall’Africa, ma c’è anche molta Calabria nel colloquio tra il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari e il ministro dell’Interno Marco Minniti pubblicato oggi sul quotidiano di Largo Fochetti. Scalfari rivela un aneddoto risalente alle scorse settimane.
«Molte settimane fa – scrive Scalfari – può accadere che io divenga profondamente amico d’una persona che non ho mai visto e conosciuto. Tanto più raramente, anzi mai, se si tratta d’una persona importante e addirittura di un ministro. Può accadere che io gli parli per ragioni del mio lavoro giornalistico, ma l’amicizia profonda e reciproca no, non è mai accaduta salvo una volta, pochi giorni fa. Il soggetto in questione è il ministro dell’Interno dell’attuale governo, Marco Minniti. Lo chiamai una mattina di qualche giorno fa, non per questione di lavoro ma per avere dei chiarimenti su una mia questione personale. Di solito mando un messaggio alla segreteria della persona in questione e attendo una risposta. Ma si trattava di questioni molto marginali e quindi non c’era né urgenza né necessità». «Accadde viceversa – racconta sempre Scalfari su Repubblica – che dopo pochi secondi la sua segreteria mi passò direttamente il ministro Minniti, il quale dopo avermi salutato con voce estremamente amichevole mi disse: “Leggo i suoi articoli e anche i suoi libri. Ma soprattutto come lei sa siamo due calabresi, io di Reggio e lei di Vibo Valentia”. Debbo dire: restai molto stupito che lui sapesse queste cose della mia famiglia, ma lo corressi un po’. Non sono personalmente di Vibo, ma lo è la mia famiglia paterna. “È la stessa cosa – disse lui. Del resto lei porta il nome di suo nonno che è stato una luce culturale per molti noi giovani calabresi. Suo nonno era un erudito e la sua carica di preside del ginnasio-liceo di Vibo, che allora si chiamava da secoli Monteleone, era nota perfino a Reggio e molti giovani dell’epoca spostarono la loro sede di studi liceali a Vibo dove suo nonno insegnava Italiano e Storia oltre a presiedere l’intero liceo”». È sempre Scalfari a rivelare altri particolari della conversazione: «Parlammo per un po’ di mio nonno e io ero estremamente stupito di come lui lo conosceva. Infine gli chiesi la ragione di questo suo interesse. Lui rispose che i calabresi si aiutano individuando i migliori tra di loro e seguendone gli insegnamenti e la cultura. Poi ci salutammo decidendo che da quel momento ci saremmo dati del tu».
Questa è l’introduzione, ma pochi giorni fa i due si sono rivisti, prima dell’attentato di Londra e prima che si sapesse che uno dei terroristi aveva un forte legame con l’Italia. «Avevo letto sui giornali che lui era andato due o tre volte a Tripoli – prosegue sempre il fondatore di Repubblica – e aveva avuto colloqui con il presidente del governo libico sul tema dell’emigrazione dall’Africa verso l’Italia. Gli telefonai perché quel tema era molto interessante e i giornali fino a quel momento ne avevano dato sommarie notizie. Lui però era fuori Roma. Passò qualche giorno e mi richiamò. Mi raccontò che aveva dovuto e voluto essere presente nei momenti più importanti della ricostruzione dei paesi colpiti dal terremoto o della sistemazione in vari alberghi e alloggi di quella parte della popolazione che non aveva altro modo per difendersi dalla natura ancora in tempesta. Adesso però era tornato e mi avrebbe visto con molto piacere».«Fissammo l’appuntamento – conclude Scalfari – per il giorno dopo al Viminale alle 11 del mattino. Uscii dal suo studio dopo un’ora e mezzo: mi aveva raccontato la politica del suo ministero per contenere nel modo migliore le migrazioni africane verso il Mediterraneo e verso l’Italia. Naturalmente c’erano di mezzo, oltre le tante ragioni economiche e sociali di quei Paesi, anche la presenza del Califfato, il quale cercava di acuire la tensione specialmente nella zona cirenaica che è nei pressi delle fonti petrolifere e quindi è di particolare interesse».

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x