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Ciconte: «Voglio far diventare Catanzaro come Rimini»

CATANZARO Pubblico “istituzionale” e sicuro della propria forza elettorale data da 11 liste per un totale di 347 candidati: Vincenzo Ciconte riempie i cinquecentoventi posti dell’Auditorium “Casali…

Pubblicato il: 08/06/2017 – 5:40
Ciconte: «Voglio far diventare Catanzaro come Rimini»

CATANZARO Pubblico “istituzionale” e sicuro della propria forza elettorale data da 11 liste per un totale di 347 candidati: Vincenzo Ciconte riempie i cinquecentoventi posti dell’Auditorium “Casalinuovo” di Catanzaro e presenta alla città il suo programma di governo per il quinquennio 2017-2022. Preceduto da un rappresentante per ogni lista, con una prima fila composta dagli ex sindaci Marcello Furriolo e Rosario Olivo, dall’ex candidato sindaco Tonino De Marco, dalla consigliera regionale crotonese Flora Sculco, dall’ex eurodeputato Donato Veraldi e dall’ex candidato alle Regionali prima in Scopelliti Presidente (2011) e poi in Calabria in Rete (a sostegno di Mario Oliverio nel 2014) Ferdinando Cosco, dal braccio destro di Mario Oliverio Gaetano Pignanelli, Enzo Ciconte prova ad infuocare gli animi dei suoi sostenitori a quattro giorni dal primo turno.
Per scaldare la platea, come detto, dal pulpito allestito sul palco, qualche minuto a turno ai rappresentanti di ogni lista, a cui tocca il compito di declinare un punto del programma. Dalle politiche sociali ai piani di recupero per il centro storico, passando per la sanità e, tanto per strizzare l’occhio agli sportivi, il Catanzaro calcio.
Tra i nodi, quello dell’ospedale “Pugliese”, una battaglia portata avanti anche da Francesco Pitaro con il comitato “Salviamo il Pugliese” che poi si è tramutato in una lista a sostegno di Ciconte, “Salviamo Catanzaro”: «Il “Pugliese” resta dov’è – ha annunciato dal palco l’avvocato Pitaro – ed è una battaglia che portiamo con noi nel nostro bagaglio di esperienze a supporto della candidatura di Ciconte». Poi lo stadio: «È mai possibile che nelle altre città in 18 mesi si costruiscano stadi interi e a Catanzaro, per dei lavori di ristrutturazione, ci vogliano 4-5 anni senza che siano ancora terminati?».
L’attacco ad Abramo, sindaco uscente che ha impostato la campagna elettorale sulle “cose fatte”, lo completa uno che Abramo lo conosce bene per essere stato suo assessore allo sport nel 2004 e nel 2014. Tony Sgromo, avvocato, ex presidente del Coni catanzarese ed ex An, oggi tra gli ispiratori della lista dell’Udc, quella che i più accreditano come la corazzata della coalizione grazie ai quattro consiglieri uscenti dalla maggioranza che ora si oppongono ad Abramo: «Non è vero che il bilancio è stato risanato, credetemi. Da tifoso giallorosso, poi, dico che il Catanzaro deve essere una priorità per il nuovo sindaco, dobbiamo far sì che il Catanzaro rinasca partendo proprio dallo stadio “Ceravolo”».
Per i socialisti, rappresentati da Alessandro Tassoni «il punto centrale del nostro programma che è stato condiviso da Enzo Ciconte è il ruolo di capoluogo di regione che Catanzaro deve recuperare perché oggi è mutilato. Dobbiamo quindi pretendere e reclamare l’unificazione di Giunta e Consiglio Regionale qui a Catanzaro. Non è una battaglia di  campanile, ma i il tempo dei moti di Reggio Calabria è terminato, ora è necessario dare continuità fisica alla guida politica e legislativa della Calabria».
Più politico l’intervento di Roberta Giuditta, candidata nella lista “Socialisti & Democratici con Maurizio Mottola d’Amato” dei fratelli Fabio e Roberto Guerriero: «Ciconte è l’unico candidato in grado di mandare a casa l’amministrazione uscente, ecco perché vi chiedo uno sforzo affinché non si faccia il voto disgiunto».
Proprio il voto disgiunto appare un vero e proprio spauracchio per Ciconte. Già nel corso della presentazione della lista del Pd, nelle scorse settimane, il governatore Mario Oliverio si era soffermato con enfasi proprio su questo tema, ieri, dal palco, è stato lo stesso candidato sindaco a lanciare un appello al voto congiunto tra candidato consigliere e candidato sindaco, quasi un monito contro il rischio della presenza di “franchi tiratori”.
Tre, poi, le grandi idee per la città lanciate da Ciconte. La prima è relativa all’università: «La facoltà di Giurisprudenza deve tornare nel centro storico. Le troveremo la collocazione più adatta, anche in accordo con gli studenti e l’ateneo, ma sarà importante per creare una vera e propria città giudiziaria grazie alla presenza del Tar, della Procura e del Tribunale in centro».
Poi l’unione dei Comuni: «Abbiamo fatto realizzare uno studio grazie al quale abbiamo visto le enormi potenzialità che Catanzaro può esprimere grazie alla sinergia con le aree limitrofe. L’unione dei Comuni può garantire quelle risorse economiche necessarie al rilancio della città. E poi pensate, potremmo avere il lungomare più grande d’Italia che va da Squillace fino a Sellia Marina».
Cavallo di battaglia, infine, è il progetto per Giovino, l’enorme area naturale marittima – grande quanto tutta Soverato – rimasta praticamente vergine finora anche grazie al blocco delle lottizzazioni decretato dall’amministrazione Olivo nel 2010: «Vogliamo fare di Catanzaro una piccola Rimini. E per farlo – ha detto Ciconte – immagino per Giovino un grande centro congressi capace di accogliere migliaia di persone ed inserire Catanzaro e la Calabria nei circuiti degli eventi culturali, di spettacolo e convegnistici nazionali ed internazionali». 

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