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CAOS SACAL | Peggio del "Confinciucio" per nominare Mancuso

LAMEZIA TERME Perseverare è diabolico. E alla Sacal – nonostante il terremoto giudiziario ancora in corso – ci riescono benissimo. Perché se è vero che l’esperienza di Arturo De Felice può inciampa…

Pubblicato il: 13/06/2017 – 17:08
CAOS SACAL | Peggio del "Confinciucio" per nominare Mancuso

LAMEZIA TERME Perseverare è diabolico. E alla Sacal – nonostante il terremoto giudiziario ancora in corso – ci riescono benissimo. Perché se è vero che l’esperienza di Arturo De Felice può inciampare sul bando per la nomina del direttore generale, allora siamo davanti a un déjà vu che si sperava di evitare. Premessa: cosa vuole fare l’ex prefetto? Lo ha spiegato a più ripetizioni; anche di recente, nell’intervista andata in onda ad “Hashtag”: «Costruiremo una squadra con le migliori professionalità». È l’approccio di un manager – e dire che a De Felice è stato proprio contestato di non esserlo in senso stretto – che vuole fare il meglio e si accosta all’azienda con un atteggiamento super partes. Come dire: conta la Sacal e l’opportunità che essa può rappresentare per la Calabria, non c’è spazio per i particolarismi. Tanto, forse troppo per gli standard ai quali era abituata la società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme (e ora di scali dovrà gestirne altri due, quelli di Reggio Calabria e di Crotone). L’ex prefetto di Caserta va in minoranza proprio sulla scelta dei criteri utili a individuare chi lo affiancherà nel lavoro quotidiano. Vuole un direttore generale di prima scelta, abituato a fronteggiare le difficoltà di governare uno scalo che vuole crescere e diventare centrale per il Mezzogiorno. Vuole un professionista capace per affrontare una fase esaltante («è come ripartire da zero», diceva De Felice nella stessa intervista) e complessa. Ingenti finanziamenti sono in arrivo: potrebbero trasformare il volto dell’aeroporto ma anche essere oggetto di mire poco raccomandabili. Insomma, l’idea di De Felice («prendiamo i migliori») è l’unica provvista di senso. E se la sua visione del bando viene messa in discussione c’è poco da stare allegri. Vale, piuttosto, la pena ricordare cosa sia accaduto la volta scorsa, nel 2013, con la scelta del precedente dg. Un passaggio che il Corriere della Calabria – ai tempi in cui era anche un settimanale cartaceo – ha analizzato nel dettaglio in una storia di copertina intitolata “Confinciucio”.
Il riferimento era ai giochi di potere – un misto politica-imprenditoria nel quale era la seconda ad agire a viso aperto – che si erano materializzati nel consiglio d’amministrazione per concretizzare la nomina di Pierluigi Mancuso, imprenditore che, all’epoca, sedeva nel cda di Sacal. Nessuno aveva obiettato, a parte il Comune di Lamezia Terme – a quei tempi il sindaco era Gianni Speranza – che si era ritagliato il ruolo di rompiscatole in stanze dei bottoni abituate a procedere a colpi di unanimità. I fatti raccontati in quell’inchiesta sono finiti anche nelle carte dell’operazione “Eumenidi”. Per i pm, l’ex presidente Massimo Colosimo e gli allora membri del cda Floriano Noto (imprenditore nel settore della grande distribuzione), Giuseppe Gatto (uno dei più importanti costruttori catanzaresi), e Giampaolo Bevilacqua (ex consigliere provinciale di Catanzaro, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa) si sarebbero messi d’accordo per scegliere con una finta selezione proprio Mancuso, nominato il 19 febbraio 2013. La contestazione arriva dopo una approfondita lettura del regolamento interno di “selezione del personale” che, per le figure apicali, prevedeva prove scritte di cultura generale, test di lingua straniera, test psicoattitudinali e assessment di gruppo, «nonché un secondo colloquio di tipo tecnico». Troppo disturbo per il cda, che ha scelto invece di nominare Mancuso «attraverso una mera selezione dei curriculum pervenuti effettuata dal solo presidente Massimo Colosimo, il quale arbitrariamente selezionava i profili ritenuti idonei (2 su 54) senza compilare alcuna griglia di valutazione, senza indicare i criteri utilizzati per la scelta». Una selezione “agile”. D’altra parte chi scegliereste per dirigere il più importante aeroporto calabrese: un manager che ha già una buona esperienza nel settore o un ex commissario straordinario dell’Afor con una condanna della Corte dei conti nel curriculum? Le seconda che hai detto, avrebbe risposto Quelo, il celebre personaggio interpretato da Corrado Guzzanti. Già, ma la seconda che hai detto rischia di finire in Tribunale. 
Perché in quel caso, secondo l’accusa, i criteri del bando sono stati ignorati o, nella migliore delle ipotesi, manipolati. Quattro anni dopo, il tentativo è quello di bocciare le idee del presidente cercato da Oliverio e accolto (anche dal Cda) come il salvatore della Sacal. L’inizio non è dei migliori. 

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

 

 

 

 

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