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«C’è una discarica abusiva nell’ex Comalca»

CATANZARO C’è una «discarica a cielo aperto nell’area dell’ex Comalca». Lo denuncia la Cisal, organizzazione sindacale tra le più rappresentative nell’amministrazione regionale. Il sindacato ha anc…

Pubblicato il: 13/06/2017 – 15:21
«C’è una discarica abusiva nell’ex Comalca»

CATANZARO C’è una «discarica a cielo aperto nell’area dell’ex Comalca». Lo denuncia la Cisal, organizzazione sindacale tra le più rappresentative nell’amministrazione regionale. Il sindacato ha anche girato un video nella zona. E richiama, in un comunicato stampa, una vecchia segnalazione, che risale allo scorso mese di febbraio: «Allora il sindacato aveva segnalato all’Ispettorato del Lavoro e alle altre autorità competenti l’esecuzione abusiva di lavori nella sede operativa della Protezione Civile di Germaneto che sarebbero stati eseguiti privi delle necessarie autorizzazioni e comunicazioni».
Le nuove evidenze, invece, mostrano «una discarica a cielo aperto che sorge paradossalmente nel luogo in cui dovrebbe invece vigere il pieno rispetto della legalità dove sarebbe altresì lecito attendersi la tutela dell’ambiente e più in generale la massima trasparenza e correttezza sul piano operativo. Ma non è così, purtroppo. Perché in quest’area le cose vanno esattamente all’opposto». 
La Cisal chiede «l’accertamento dei fatti attraverso l’acquisizione delle riprese delle telecamere – poiché l’intera zona è soggetta a videosorveglianza per motivi di sicurezza – che documentano le tante gravi violazioni in atto in questi giorni come, ad esempio, lo smaltimento irregolare dei materiali di risulta». 
Non finisce qui. Per il sindacato «questi interventi, nell’area dell’ex Comalca, sono effettuati da unità lavorative inidonee al loro svolgimento, anche considerato che si tratta di personale di Calabria Verde (per la precisione trattasi di operai idraulico forestali)». Tutto già segnalato, appunto, a febbraio. «Ma il tempo è passato in fretta – continua la nota – e così ad oggi gli scarti delle lavorazioni si sono accatastati, fino a formare una vera e propria “montagnella”, in un’area che, come se non bastasse tutto il resto, è prospiciente alla tratta ferroviaria Germaneto-Sarrottino-Sant’Eufemia Lamezia». 
«Uno stato di cose inaccettabile – proseguono dal sindacato – per giunta favorito da parte di chi, come il dg della Protezione Civile Carlo Tansi, si erge da diversi mesi a paladino della legalità e invece agisce in barba alle tanto decantate correttezza e linearità dell’agire quotidiano. Ma si sa che al capo, indiscusso e indiscutibile, del dipartimento è concesso di fare il bello e il cattivo tempo. Sempre e comunque. Un potere che, però, non spaventa e dissuade dalla funzione di controllo il nostro sindacato». 
La Cisal chiede dunque «per l’ennesima volta un pronto e risolutivo provvedimento al governatore Mario Oliverio e agli organismi di polizia preposti come il Corpo dei vigili urbani e in particolare la sezione Nisa, Nucleo investigativo sanità e ambiente dei Carabinieri affinché si ponga fine a un autentico scempio in un sito davvero per nulla consono, accertando anche eventuali responsabilità penali e amministrative dei responsabili».