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CAOS SACAL | Un ordinario martedì di panico per la politica

CATANZARO In questa storia contano le ore, persino i minuti. E se la corsa contro il tempo è pensata – almeno da una parte dei protagonisti – per scongiurare le dimissioni di Arturo De Felice dalla…

Pubblicato il: 14/06/2017 – 11:29
CAOS SACAL | Un ordinario martedì di panico per la politica

CATANZARO In questa storia contano le ore, persino i minuti. E se la corsa contro il tempo è pensata – almeno da una parte dei protagonisti – per scongiurare le dimissioni di Arturo De Felice dalla Sacal, non tutti sono stati ugualmente solerti. E allora scandiamo i tempi del martedì che ha rischiato di mandare per aria il sogno di una gestione normale per gli scali aeroportuali calabresi, dopo settimane segnate dagli scandali giudiziari. 
Sono le 15,30: l’ex prefetto di Caserta è determinato ad andarsene e la politica è sull’orlo di una crisi di nervi. L’addio di De Felice sarebbe il segnale dell’impossibilità di rimettere in piedi la Sacal. A un mese dal suo insediamento non ha ancora alcun potere d’azione. Per di più, nel consiglio d’amministrazione l’asse lametino – la famiglia Caruso, presente con Renato Caruso e sua figlia Adele, e il rappresentante del Comune Manlio Guadagnuolo – ha ideato un documento che, nei fatti, lo sfiducia. C’è di peggio: la sua idea di un bando che individui una personalità di alto profilo per il ruolo di direttore generale è messa in dubbio. Sono motivi sufficienti per lasciare. De Felice si vede alla Camera di Commercio di Catanzaro con i propri legali, Enzo Bruno e con il commissario dell’ente camerale Giorgio Sganga. Dall’incontro nasce un documento per la convocazione immediata dell’Assemblea dei soci e il conferimento al presidente dell’incarico di amministratore delegato nonché dei pieni poteri di rappresentanza dell’ente. Il presidente della Provincia di Catanzaro e il commissario firmano subito. Nota tecnica: già a questo punto ci sono le condizioni per la convocazione dell’Assemblea, le quote degli enti sottoscrittori sono sufficienti.
Ore 18: Mario Oliverio ha trascorso buona parte della sua giornata nel Crotonese, dove ha inaugurato i nuovi lavori della ferrovia jonica. Era atteso anche a Celico: i cittadini protestano, chiedono la chiusura della discarica. Il governatore non li incontrerà, ha altri impegni istituzionali che lo portano lontano dalla Calabria. Prima di partire, però, firma anche lui il “documento De Felice”.
Martedì finisce qui, dopo la bomba delle paventate dimissioni. Manca ancora una firma pubblica importante: quella del Comune di Lamezia. 
Mercoledì, prima mattinata: il sindaco della città della Piana Paolo Mascaro ha passato pure lui un martedì complicato. La sua maggioranza è al lavoro per trovare nuove alchimie dopo l’arrivo della Commissione d’accesso e a valle delle operazioni della Dda di Catanzaro che coinvolgono – direttamente e indirettamente – alcuni consiglieri comunali. Alle 8 decide, comunque, di apporre la sua firma sulla richiesta di convocazione dell’Assemblea dei soci.
È un segnale, se non altro, politico. Non è un atto decisivo ai fini della convocazione stessa. 
Che è prevista per il 23 giugno alle 10. La partita è ancora tutta da giocare. Il presidente della Sacal ha scelto, almeno fino a quella data, la via del silenzio. Parlerà con chi rappresenta enti pubblici e ditte private nella compagine societaria. Chiede un mandato pieno, il conferimento al presidentedi amministratore delegato e dei pieni poteri di rappresentanza dell’ente. Altrimenti è inutile resta «per – si è sfogato così nei giorni scorsi – fare da foglia di fico ai potentati locali». Ha già incassato sostegno totale da Bruno e Sganga e si dà per certo anche quello del governatore Oliverio. Il resto si vedrà in assemblea. È il primo tornante in salita per una gestione che promette di portare normalità (e di radunare le migliori energie) nella gestione degli aeroporti di Lamezia, Reggio e Crotone. Toccherà capire chi questa normalità la voglia e chi no. Lo showdown del 23 servirà (anche) a questo. 

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