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Gli agricoltori fischiano alla Luna

L’organizzazione agricola più filogovernativa che sia mai esistita negli ultimi cinquant’anni, è scesa in piazza per protestare  contro la gestione delle politiche agricole. Incredibile, ma vero! S…

Pubblicato il: 14/06/2017 – 8:31

L’organizzazione agricola più filogovernativa che sia mai esistita negli ultimi cinquant’anni, è scesa in piazza per protestare  contro la gestione delle politiche agricole. Incredibile, ma vero! Se si è giunti a questo, evidentemente, qualcosa non va. Altrimenti sarebbe rimasta una minaccia, al fine di ottenere un minimo risultato.  Ed invece no! Sul piazzale della assolata Cittadella regionale, si sono trovati in seimila,  mica una bazzecola. Io, non scherzo, sono un coltivatore diretto, sia pure della domenica (non ne sarei capace, perché il donarsi all’agricoltura è una cosa più che seria e totalizzante) che  vive il dramma della coltivazione non di cento ettari di agrumeto, ma di un solo ettaro che mio padre aveva comprato – era insegnante elementare – a costo di immani sacrifici. E che dopo la sua scomparsa, è toccato in eredità a noi figli. Clementine. Mi è toccato rimboccarmi le maniche e con l’aiuto indispensabile e vitale di Ciccio, un bracciante agricolo, abbiamo deciso – solo per amore verso mio padre – di tenere ancora il terreno e di portarlo avanti. Mal me ne incolse. Amore, affetto e gratitudine verso mio padre, a parte. Chi ti aiuta? Nessuno. Anche perché i lavoratori della terra, devono essere giustamente retribuiti. È vero che si dice – anche lo stesso Oliverio – che l’agricoltura è uno dei settori strategici, tanto vero che delle segrete cose di quell’assessorato che non ha delega, nessuno sa niente. O meglio, sa che ci sono tempi lunghissimi della burocrazia che, a parte pochi dirigenti, non si dimostra attenta alle problematiche agricole o, peggio, all’altezza del compito. Spiace dirlo ma è così. Avremmo voluto dire il contrario. Ma, con le parole del presidente Pietro Molinaro , leader della bonomiana, «ci sono ritmi e tempi cosi’ lenti che arrecano danno alle piccole, medie e grandi aziende». Non si investe, grida Molinaro e gli agricoltori sono costretti a chiudere o ad abbandonare la terra. A dire del presidente, ci sono migliaia di pratiche ferme negli uffici regionali e per chi ha avuto la pazienza di presentarle (io no, perché ci vuole l’interprete per capire o un agronomo che costa per dirti cosa e come devi fare). Non c’è mai stata semplificazione amministrativa, dei fondi europei non si hanno notizie chiare, insomma la burocrazia detta legge.
Se ti dovesse capitare di andare presso quegli uffici, o ti perdi o ti rinviano a giorni successivi, perché “oberati” di lavoro, quando si trovano gli esperti.
Se ci dovesse essere una rimodulazione della giunta e si dovesse provvedere all’assegnazione della delega del settore, visto che è strategico, la speranza potrebbe non morire! Ma la vedo dura!
Cento bus provenienti da tutta la Regione, a dimostrazione che il problema c’è, è serio ed è sentito. Presenti anche gonfaloni e sindaci calabresi, compreso l’ex capo di gabinetto dello stesso presidente (?). C’è qualcuno, nel palazzo del potere che abbia un’idea di quanto costi coltivare, per esempio, un ettaro di agrumi? Io credo di no. Dobbiamo rivolgerci all’Arena  di Giletti?
Da dove cominciamo? Visto che siamo in estate, dall’irrigazione. C’è chi sa quanto costa irrigare? Sa quanto costa l’energia elettrica che serve a tirare l’acqua e distribuirla nei vari settori? Una tombola! Perché non si interviene per ridurne i costi? Ed il concime, la zappa, gli anticrittogamici, la pota, la c.d. “spilegra”? E poi il guasto di un irrigatore, e poi ancora le specifiche malattie delle piante, con tutti gli anticrittogamici? Mi fermo qui, per carità di patria.
La terra la terrò finche avrò la forza di tenerla e, soprattutto, gli euro per pagare, che vengono dall’unica entrata che ho, la pensione! Che serve per mantenere la casa (anche in fitto) le figlie che fanno finta di lavorare a 500 euro al mese, nonostante plurilaureate e qualche sfizio che, alla mia età, non guasterebbe. Ogni tanto, però. Oliverio, non è stato zitto. Ha risposto, indirettamente, alla protesta, dicendo che si stanno programmando risorse che stanno entrando nell’economia calabrese. Non più interventi a pioggia, ma mirati, ma scelte importanti per aggredire i punti maggiore arretratezza e di ritardo.
Un poveroverocristo di coltivatore a quale Santo deve votarsi, visto che spende il triplo di quanto incassa? Se incassa. Perché spesso succede che anziché ricevere dieci centesimi al chilo per le clementine, il povero agricoltore le lasci marcire sulle piante!  È peccato di Dio. Ed io non voglio peccare! Mai.

*giornalista

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