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Migranti, resteranno in Calabria le madri che hanno perso i figli

CATANZARO «Dalla Calabria una risposta di grande civiltà e umanità, contro ogni forma di razzismo e xenofobia. Le 11 madri che hanno perso i loro bambini nell’ultimo naufragio, resteranno nella nos…

Pubblicato il: 14/06/2017 – 18:41
Migranti, resteranno in Calabria le madri che hanno perso i figli

CATANZARO «Dalla Calabria una risposta di grande civiltà e umanità, contro ogni forma di razzismo e xenofobia. Le 11 madri che hanno perso i loro bambini nell’ultimo naufragio, resteranno nella nostra regione. Il sindaco di Cariati, Greco, è pronto ad ospitare queste donne nel centro Sprar del suo Comune». Lo affermano Giovanni Manoccio, delegato della Regione per l’immigrazione, e Franco Corbelli, coordinatore del movimento Diritti civili, delegato della Regione per la tutela e la promozione dei Diritti umani. «La missione umanitaria è compiuta – prosegue la nota – un’altra importante battaglia di civiltà è stata vinta. Ancora una volta la Calabria si conferma terra di accoglienza e di solidarietà. Le 11 giovani madri (6 dell’Eritrea e 5 della Somalia) che hanno perso i loro bambini nell’ultimo naufragio e che erano sbarcate, due settimane fa, nel porto di Crotone assieme ai loro bambini, resteranno in Calabria, vicine ai loro figlioletti, sepolti nella città pitagorica e in altri piccoli cimiteri della provincia crotonese. Queste povere donne dovevano essere trasferite in altre regioni e allontanate per sempre dai loro bambini. Siamo riusciti a scongiurare questa disumanità. Dopo la prefettura, oggi abbiamo avuto dalla Questura di Crotone le ultime informazioni necessarie su queste 11 donne. Esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per questo importante risultato che siamo riusciti ad ottenere lavorandoci ogni giorno dal momento dell’arrivo. È questa la nostra risposta di grande civiltà contro ogni forma di razzismo e xenofobia, contro quanti per raccattare qualche volto in più si scagliano, ignobilmente e senza alcuna pietà, contro gli immigrati, calpestando i più elementari principi di civiltà e umanità, arrivando finanche a criminalizzare le Ong che salvano in mare ogni giorno migliaia di vite umane». 

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