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Nicolò: «Rapporto Bankitalia suona come ultima chiamata per la giunta»

REGGIO CALABRIA «L’ultimo rapporto di Bankitalia sull’economia regionale è un report di “segni meno”, attestazione inconfutabile di una pericolosa stagnazione nei principali comparti produttivi, ch…

Pubblicato il: 14/06/2017 – 11:44
Nicolò: «Rapporto Bankitalia suona come ultima chiamata per la giunta»

REGGIO CALABRIA «L’ultimo rapporto di Bankitalia sull’economia regionale è un report di “segni meno”, attestazione inconfutabile di una pericolosa stagnazione nei principali comparti produttivi, che non desta alcuna sorpresa, visto che da tempo andiamo segnalando inefficienze e inadeguatezze, attraverso atti di sindacati ispettivo sull’attività del governo guidato da Mario Oliverio». Lo afferma il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Campanella Alessandro Nicolò. «Dati e cifre – prosegue – che, senza tema di smentita, comprovano un operato che non si è dimostrato all’altezza dei bisogni e delle istanze di una regione in affanno. Segnalando con puntualità, problemi e carenze, Bankitalia bacchetta i tanti flop rimediati dalla Giunta che non è stata in grado di invertire la rotta e d’inverare quel cambiamento tanto atteso dai calabresi, seppur ci troviamo ormai al giro di boa. In un contesto di opposizione sì critica ma responsabile avevamo individuato una serie di crepe nella gestione e fornito diversi assist mediante interventi in Aula, interrogazioni, interpellanze e mozioni, rilanciando la necessità di azioni incisive nei comparti dell’economia regionale, della spesa dei fondi comunitari, nelle politiche agricole, di contrasto alla disoccupazione e sostegno al lavoro, con particolare attenzione alle grandi emergenze che continuano ad attanagliare la sanità. Argomenti ripresi oggi da Bankitalia nella sua relazione che appare come una “certificazione di morte” rispetto al rallentamento della crescita e dello sviluppo di una regione che rimane al palo con livelli di crisi pericolosamente alti. Il giudizio sull’azione della giunta regionale e della maggioranza di centrosinistra, dopo la fisiologica attesa dell’avvio di legislatura, persiste nell’evidenziare l’assoluta esiguità di risultati. È il mercato del lavoro a segnare più il passo, proprio laddove si sarebbe dovuto intervenire con maggior vigore e credibilità, considerato che, con un tasso 58,7%, la Calabria è ufficialmente la regione europea che ha fatto registrare il peggior dato di disoccupazione giovanile dell’intero continente. Un trend purtroppo tutt’ora in crescita con le imprese che nascono e muoiono nel giro di pochissimi mesi, soffocate come sono di burocrazia e di crediti negati da un sistema finanziario che drena risparmio senza lasciare nulla sul territorio, trasferendolo nella disponibilità del sistema produttivo del nord del Paese mentre la provincia di Reggio è fra le realtà più tartassate dagli oneri fiscali senza beneficiare peraltro di adeguati corrispettivi in termini di servizi. Chimere restano ancora sia il Piano per il lavoro annunciato dalla Giunta Oliverio che Garanzia Giovani, strumento che altrove sta mitigando gli effetti della disoccupazione giovanile sotto i trenta anni, contrariamente a quanto sta avvenendo in Calabria dove tali politiche non hanno sortito gli effetti sperati. Lungi da noi sollevare polveroni o fare bassa polemica politica, è in gioco la dignità di tanti giovani. Nonostante la Calabria possa disporre di ingenti risorse provenienti dall’Unione Europea, i finanziamenti languono e i disoccupati e le imprese ne pagano le conseguenze. Colpa anche della frammentazione in più rivoli della spesa comunitaria, deprivata di un unico progetto organico di sviluppo. I ritardi nella gestione di questa importante voce di spesa e dei fondi Por frenano la ripresa e indeboliscono il tessuto produttivo e l’economia calabrese nel suo complesso, mentre si registra un aumento dei livelli di indigenza con il numero più elevato di famiglie, nella media nazionale, che vivono in una condizione di povertà assoluta con il 12,4%. Ne’ va meglio in uno dei settori più sensibili come quello sanitario che sconta politiche restrittive le quali hanno inevitabilmente prodotto una contrazione dei servizi incidendo negativamente sull’effettività del diritto alla salute dei cittadini con pesanti ripercussioni negative anche sulle cifre dell’emigrazione sanitaria». «Il rapporto di Bankitalia – conclude Nicolò – suona come l’ultima chiamata. Il governo regionale intervenga prima che sia troppo tardi. Ulteriori indugi e ritardi saranno irrecuperabili». 

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