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Rapinatore incastrato dal dna

COSENZA Incastrato dal dna il presunto responsabile di una rapina a un tabaccaio a Cosenza. Mercoledì mattina, a conclusione di una serrata attività di indagine, gli agenti della Mobile della Quest…

Pubblicato il: 14/06/2017 – 10:39
Rapinatore incastrato dal dna

COSENZA Incastrato dal dna il presunto responsabile di una rapina a un tabaccaio a Cosenza. Mercoledì mattina, a conclusione di una serrata attività di indagine, gli agenti della Mobile della Questura di Cosenza ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere, emessa dal gip di Cosenza, su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Cozzolino, coordinato dal procuratore capo Mario Spagnuolo, nei confronti di un giovane, Francesco Lupinacci, di 22 anni, di Cosenza. Il giovane è ritenuto responsabile di rapina pluriaggravata, porto e detenzione di arma da sparo (pistola) e lesioni aggravate procurate nei confronti di più individui.
In particolare, intorno alle ore 20 del 22 gennaio scorso, un individuo, con il volto travisato, armato di pistola, ha rapinato un bar-rivendita di tabacchi in viale Cosmai.
Nella circostanza, il malvivente, dopo essersi introdotto all’interno dell’esercizio commerciale, puntando la pistola contro le persone presenti, intimava al cassiere di consegnare tutto l’incasso colpendo contestualmente, con il calcio della pistola, dapprima l’impiegata che si trovava davanti alla cassa e poi anche il cassiere stesso. Il malfattore, a cui nella circostanza partiva un colpo di pistola che fortunatamente non colpiva nessuno dei presenti, riusciva a portare via denaro contante per 15.300 euro, dandosi poi alla fuga. L’impiegata riportava ferite guaribili in 15 giorni, mentre il cassiere ferite guaribili in 30 giorni. Venne immediatamente avviata un’intensa attività di indagine da parte della Mobile, sotto il coordinamento della Procura di Cosenza, al fine di giungere all’identificazione dell’autore della rapina. 
A poche decine di metri dal luogo dove era stata perpetrata la rapina, gli agenti hanno rinvenuto un pezzo di stoffa celeste annodato ad un’estremità e con due fori, un copricapo in lana di colore nero e un paio di guanti in lana di colore nero.
L’attività della Mobile si concentrava poi sulla visione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona nonché attraverso esami di natura tecnico-scientifica sul materiale sequestrato.
Grazie anche alla descrizione del rapinatore fatta dai presenti e alla conoscenza dei pregiudicati del territorio, gli investigatori della Mobile hanno individuato il giovane. Nel corso della perquisizione nella sua abitazione, gli investigatori hanno trovato le scarpe e il giubbino che indossava il presunto responsabile della rapina, da come si evince dai filmati. 
Al fine di procedere all’estrapolazione ed all’esame dei profili genetici nei confronti del giovane, si è proceduto al prelievo di un suo campione biologico, idoneo per la successiva comparazione.
Questo accertamento ha dato positive risultanze per quanto concerne l’indagato, per cui gli esiti delle analisi, eseguite sugli indumenti utilizzati dal rapinatore per nascondere le proprie sembianze e su cui è stato isolato il dna a lui riconducibile, hanno costituito un dato assolutamente inequivocabile.
Questo, unitamente agli altri elementi raccolti nel corso delle investigazioni, ha determinato la configurazione a carico dell’indagato di un quadro indiziario “grave e univoco”. Così la Procura ha chiesto e ottenuto dal gip una misura di custodia cautelare in carcere. 

 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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