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CALABRIA VERDE | Furgiuele: Oliverio considerava Allevato un “mariuolo”

CATANZARO «Furgiuele, le faccio una domanda io». Giovanni Bombardieri, procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, conduce l’interrogatorio dell’ex dg di Calabria Verde. Chiede un’informazione sem…

Pubblicato il: 18/06/2017 – 6:00
CALABRIA VERDE | Furgiuele: Oliverio considerava Allevato un “mariuolo”

CATANZARO «Furgiuele, le faccio una domanda io». Giovanni Bombardieri, procuratore aggiunto della Dda di Catanzaro, conduce l’interrogatorio dell’ex dg di Calabria Verde. Chiede un’informazione semplice: «I principali soggetti che sono stati destinatari di appalti». Il manager spiega quali siano gli ambiti delle gare più importanti per l’agenzia regionale: «Quello degli elicotteri, quello dei dispositivi individuali di protezione e quello, poi revocato dei mezzi antincendio» (è la gara da 32 milioni di euro andata in fumo, ndr). Ai magistrati non interessa un banale elenco e Furgiuele lo sa: «Posso dire che effettivamente era sempre la stessa azienda ad aggiudicarseli». Quale? «Si tratta di Matacena che mi hanno detto essere di Napoli e che io ho incontrato solo una volta in Afor ai tempi del 2006-2007; ricordo che era per una transazione di interessi che neppure furono riconosciuti».
Attorno alla “Piemme&Matacena” ruota una parte delle indagini della Guardia di finanza. La ditta aveva certamente ottimi addentellati con la burocrazia calabrese nel settore dei mezzi necessari alla gestione delle emergenze. Con chi? «Non posso dire di averli visti insieme – dice Furgiuele – ma ritengo che Matacena avesse rapporti con Allevato in quanto sapevo che quando il primo veniva in Calabria Verde passava sempre dal suo ufficio».
Allevato è uno dei dirigenti dell’Agenzia: anche lui era finito in carcere nel settembre 2016 quando la Dda di Catanzaro ha scoperchiato il pentolone della forestazione. Il suo legame con Matacena è al vaglio degli investigatori. Quello della ditta campana con le gare della Regione era considerato per lo meno singolare anche dall’ex direttore generale: «Genericamente, di questa concentrazione di affidamenti a seguito di appalti in favore di una sola azienda ho parlato anche con Oliverio, il quale diceva che bisognava cambiare registro». Ottimi presupposti, «ma nel concreto gli atti di indirizzo che venivano dal dipartimento di Presidenza erano invece esattamente il contrario di quello che diceva, e quindi in continuità con il passato. Anche i funzionari e i dirigenti incaricati in materia e che impartivano le direttive a Calabria Verde e assegnavano le risorse erano sempre gli stessi: per la Protezione civile erano Forte, Sette e Giancotti; per la Forestazione era Oliva».
Furgiuele non crede che ci fossero delle anomalie («ritengo che gli appalti fossero regolari») ma illustra ai pm che lo interrogano quali fossero le idee di Oliverio sulla struttura che dirigeva. E torna a parlare di Allevato: «Per quanto riguarda il cambiamento di registro di cui parlava sempre il presidente posso dire che lui ad esempio diceva sempre che dovevo allontanare dall’azienda Allevato, così come diceva la stessa cosa Iacucci (Franco, capo della segreteria di Oliverio, ndr)». Quando il manager domandava il perché, «loro non mi esplicitavano in concreto alcuna motivazione giuridico-formale limitandosi a indicare con il gesto della mano come se fosse un “mariuolo” come diciamo a Napoli. Io quel gesto – chiarisce – l’ho inteso come se “rubasse” anche se non lo hanno mai detto espressamente». 
Rispetto a un’altra questione – «l’appalto degli elicotteri» – Oliverio, stando al racconto di Furgiuele, è più esplicito: «Mi disse che non si fidava di Allevato il quale secondo lui voleva favorire la ditta che già aveva rapporti con la Regione. Non ricordo se mi ha detto il nome della ditta ma si trattava della stessa che aveva rapporti con la Regione e che era, unica, la Elimediterrana». Elimediterranea è finita nel mirino della Dda del capoluogo per un presunto giro di fatture pagate due volte. Tutto, comunque, porta alla gestione di Calabria Verde. Furgiuele chiede conto di queste parole (cioè di «come sapesse che Allevato favoriva Elimediterranea») al governatore, ma «Oliverio stringeva le spalle e si limitava a dirmi di non fidarmi di lui». A questo punto, l’ex dg dice di aver messo un altro dirigente, Giuseppe Campanaro, a “marcare” Allevato. Che «si alterò, dicendomi che era lui il dirigente esclusivo per le attività di antincendio per la Regione Calabria e non doveva darmi conto di quello che faceva ma doveva dare conto alla Protezione civile che erogava le risorse». 
L’appalto degli elicotteri è un altro dei snodi chiave nell’affaire Calabria Verde. La burocrazia ha tempi lunghi e, per evitare di lasciare scoperta la Regione nel periodo estivo, si decide di mettere in piedi una gara-ponte. Prima di quel bando «e nel periodo in cui la gestione degli elicotteri era passata dalla Regione a noi, veniva sempre presso di noi il rappresentante della Elimediterranea, tale Speziali che io non ho mai ricevuto, se non in un’occasione, e che si recava sempre da Allevato». Giuseppe Speziali è un altro degli indagati per le fatture pagate due volte a Elimediterranea. A Calabria Verde era di casa: «Una presenza continua (…) effettivamente era l’unico nostro fornitore la cui presenza era così assidua, quasi, oserei dire, “ossessiva”». 

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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