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«Da quel giorno viviamo nel dolore»

COSENZA «Dal giorno del triplice omicidio viviamo nel dolore». Lo hanno detto, nell’aula della Corte di Assise di Cosenza, la mamma, la zia e la nonna del piccolo Cocò Campolongo in corso nel Tribu…

Pubblicato il: 19/06/2017 – 12:55
«Da quel giorno viviamo nel dolore»

COSENZA «Dal giorno del triplice omicidio viviamo nel dolore». Lo hanno detto, nell’aula della Corte di Assise di Cosenza, la mamma, la zia e la nonna del piccolo Cocò Campolongo in corso nel Tribunale di Cosenza. Il bambino di soli tre anni è stato ucciso e bruciato in auto nel gennaio 2014, a Cassano allo Jonio, con il nonno Giuseppe Iannicelli e la compagna marocchina di questi Ibtissam Touss. Sul banco degli imputati ci sono Cosimo Donato detto “Topo” e, appunto, Faustino Campilongo detto “Panzetta”. I due sono accusati di triplice omicidio. In particolare, secondo l’accusa contestata dalla Dda di Catanzaro, i due avrebbero attirato in una trappola Giuseppe Iannicelli, per conto del quale spacciavano droga, perché divenuto un personaggio scomodo per la cosca degli Abbruzzese e anche per aumentare il proprio potere criminale. Il piccolo Cocò, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Cosenza, sarebbe stato ucciso perché il nonno lo portava sempre con sé, come uno “scudo umano”, per dissuadere i malintenzionati dal colpirlo. Dopo il triplice omicidio, gli assassini bruciarono l’auto di Iannicelli con all’interno i tre corpi.
Lunedì mattina la Corte di Assise (presieduta dal giudice Giovanni Garofalo, a latere la collega Francesca De Vuono) ha acquisito i verbali delle tre donne che si sono costituite parte civile nel processo. La mamma, la zia e la nonna di Cocò – detenute per altri reati – hanno poi risposto ad alcune domande dei legali di parte civile e hanno ribadito di vivere nel dolore e nell’indigenza da quel giorno. Hanno riferito quanto a loro conoscenza anche in merito ai momenti successivi al triplice omicidio. In buona sostanza hanno confermato quanto già confermato in sede di indagini. L’udienza è stata aggiornata al prossimo 23 giugno.

mi. mo.

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