Già da qualche anno numerose Scuole di specializzazione sono state di fatto chiuse, accorpandole a quelle esistenti in altri Atenei (Napoli, Roma, Messina), e tale decisione ministeriale avrebbe già dovuto far scattare l’allarme per il futuro delle scuole superstiti.
Purtroppo ciò non è stato sufficiente in una Regione tutta protesa a sterili campanilismi che spingono a prefigurare addirittura una seconda facoltà di Medicina quando si stenta a tenerne in piedi una, nonostante l’esistenza di una magnifica, umanamente e tecnologicamente dotata struttura ospedaliera a Germaneto.
Purtroppo i numeri sono numeri, spesso impietosi quando si valutano i volumi di attività assistenziale di alcune strutture operative dell’azienda Mater Domini, dove, nonostante ci si possa specializzare in branche quali Ortopedia, Chirurgia, Anestesia, Medicina Interna, Cardiologia, non è attivo un Pronto Soccorso ed un dipartimento di Emergenza dove questi specializzandi possano apprendere “dal vivo” la difficile realtà dell’emergenza-urgenza.
Per cui questa bellissima struttura ospedaliera, unica in Calabria e forse in gran parte del Meridione, opera per la maggior parte in elezione e per giunta con pochissimi posti letto.
Situazione questa, forse comoda per alcuni, sicuramente non soddisfacente e mortificante per gli studenti, gli specializzandi e l’utenza calabra ulteriormente sballottata in strutture spesso fatiscenti e con un sovraccarico di lavoro che sottopone malati ed operatori ospedalieri a ritmi assolutamente stressanti.
Tutto ciò noi medici e dirigenti sanitari dell’Anaao-Assomed, sindacato più rappresentativo in campo nazionale dei medici e dirigenti sanitari ospedalieri, lo predichiamo da anni, proponendo, com’è nostra consuetudine, anche una soluzione e cioè l’apertura del pronto soccorso con dipartimento di emergenza-urgenza presso Germaneto e l’affidamento anche ai medici ospedalieri (previa naturale verifica dei requisiti professionali) della funzione didattica in sinergia con i Colleghi universitari, certamente non in posizione subordinata.
Ciò consentirebbe inoltre (come in minima parte già avviene) la creazione di una “rete” di ospedali didattici, con numeri di attività del tutto rassicuranti, formando studenti e successivamente medici specialisti autonomi e sicuri nel difficile campo della clinica quotidiana.
Queste riflessioni, in fondo quasi banali, difficilmente troveranno applicazione se si continuerà ad anteporre l’interesse di pochi a quello della Comunità ma è da queste cose fondamentali che la Calabria deve cambiare per offrire un futuro ai suoi figli che in questa intendono studiare, rimanere e lavorare garantendo un’assistenza sanitaria degna di questo nome.
*segretario Anaao-Assomed Aziendale Asp Cosenza
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