Da settimane si discute della mancata pubblicazione, sul portale del dipartimento Tutela della salute della Regione Calabria, del decreto del commissariale numero 50/2017, riguardante il reclutamento di personale sanitario nelle aziende del Servizio sanitario regionale. La mancata firma, sullo stesso documento, del sub-commissario ad acta, Andrea Urbani, non ne ha consentito la pubblicazione sul portale, per decisione del dg dello stesso dipartimento, Riccardo Fatarella, supportata dai pareri dal sub-commissario Urbani e dei Ministeri affiancanti.
Effetto primo di questa stagnazione interpretativa è stato il blocco delle procedure assunzionali, che avrebbero sicuramente portato ossigeno alle disastrate dotazioni organiche delle aziende sanitarie territoriali e di quelle ospedaliere. Si tratta, per dirla con molta franchezza, di cavilli inconsistenti, che impediscono, dopo anni di cure dimagranti, di riempire il vuoto assunzionale delle Aziende del Ssr.
Sul piano prettamente formale, i precedenti inducono a ritenere pretestuosa, ai fini dell’efficacia giuridica del decreto in parola, la firma contestuale del commissario e del sub-commissario ad acta.
Per dettato ordinamentale, il commissario ad acta viene nominato con deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata ai sensi dell’articolo 120, comma 2, della Costituzione – novellato dalla legge costituzionale n. 3/2001 – e dell’articolo 8, comma 1, della legge n. 131/2003. Egli risponde della propria attività direttamente al governo, secondo ben precisate “regole d’ingaggio”.
Alla luce delle sopra richiamate disposizioni legislative, pare che l’attività del commissario ad acta non debba risentire, nella fattispecie, ai fini dell’efficacia del decreto in questione, del parere “vincolante” dei Ministeri affiancanti (ministero della Salute e Mef) e del sub-commissario ad acta. Occorre rilevare, peraltro, che, nel corso della gestione commissariale della sanità calabrese, numerosi decreti sono stati emanati e ritenuti efficaci, benché privi della firma del sub-commissario.
La recente decisione del governatore della Calabria di attivare una “mediazione” istituzionale, con l’incarico al professore Fatarella di rimodulare il decreto in predicato, allo scopo di consentire lo sblocco delle assunzioni nel Ssr, pare, allo stato, non aver prodotto gli effetti sperati; anche alla luce delle ultime notizie provenienti dal Tavolo di verifica degli adempimenti.
In realtà è lecito pensare che, dietro il paravento dei cavilli formali, si stia svolgendo una lotta di natura “politica”, finalizzata alla gestione delle procedure concorsuali per l’assunzione delle previste 600 unità di personale.
*già dirigente medico nell’Asp di Cosenza
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