RENDE Non ha convinto Alternativa popolare la conferenza stampa indetta ieri dal sindaco di Rende, Marcello Manna per fare il punto sulla situazione dell’Ente. «Un comportamento contraddittorio» lo hanno definito in un nota Mario Rausa, Mario Bartucci, Enrico Monaco, Annarita Pulicani, Serena Russo e Mario Bruno del coordinamento cittadino e del gruppo consiliare di Ap di Rende. Non ci stanno, soprattutto all’«attacco immotivato» verso una parte della maggioranza e ad essere additati come gli unici responsabili del blocco dell’azione amministrativa. «Noi non abbiamo rallentato nulla, anzi – sottolineano – abbiamo cercato, in tutti i modi, di tutelare il sindaco e la maggioranza, attraverso le nostre battaglie, condotte con la massima chiarezza e nel rispetto della normativa vigente sugli atti pubblici, chiedendo confronto e condivisione sulle pratiche, dopo le deficienze dei burocrati, come ad esempio la dismissione dei beni comunali, o come l’equanimità sul riconoscimento dei debiti fuori bilancio, o come la pretesa della partecipazione e della chiarezza nella formulazione dei bandi di gara e nell’assegnazione di incarichi esterni. In ultimo, come la questione relativa agli incarichi dirigenziali, con la richiesta di riduzione dei loro compensi. Non crediamo che queste nostre azioni siano sinonimo di blocco e sappiamo bene che la scelta dei dirigenti spetta al sindaco ma noi abbiamo solo chiesto che gli incarichi venissero fatti con evidenze pubbliche, e non con il metodo poco partecipato delle proroghe, e con una riduzione del 50% sui compensi».
«Riteniamo, invece – incalzano gli esponenti di Ap -, che le nostre azioni siano da sprone per un sano e proficuo confronto con tutta la maggioranza, uscita dalle urne con un programma elettorale condiviso e partecipato. Solo questo abbiamo sempre richiesto: condivisione e partecipazione nelle scelte amministrative. Infatti, la nostra scelta, sin dall’inizio della legislatura, è stata improntata sulla necessità di dialogo, sulle nostre posizioni chiare e leali, anche quando su alcune pratiche non eravamo d’accordo, eppure le abbiamo votate ugualmente in Consiglio per spirito costruttivo e di responsabilità verso la città. Noi non abbiamo mai barattato poltrone e prebente ma indicato sempre le soluzioni verso i problemi, mantenendo una forte autonomia rendese. E ad oggi, siamo perplessi nel leggere che il sindaco possa venir meno autonomamente agli accordi sottoscritti 3 mesi fa, magari privilegiando una specifica forza politica di maggioranza, accontentandola con posti rilevanti in Giunta, a discapito di Alternativa popolare».
Ma non chiudono definitivamente le porte a Manna. «A questo punto se il sindaco vuole proseguire sul terreno del dialogo politico amministrativo sui temi della città, allora Alternativa popolare non si tirerà indietro, anzi sorreggerà con lealtà e responsabilità l’attività dell’amministrazione. Se viceversa – aggiungono in conclusione -, il sindaco sceglie una qualsiasi scorciatoia che possa mortificare il voto dei cittadini, allora noi riteniamo che il progetto per cui è nata l’amministrazione Manna fallisce e tutte le altre soluzioni dovranno necessariamente passare al vaglio del consiglio comunale e dovrà essere informata dettagliatamente l’opinione pubblica su un’eventuale gestione poco democratica e partecipata che si vuole intraprendere».
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