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Ospedale Reggio: nomina Carpentieri, chiesta l'archiviazione per Benedetto

REGGIO CALABRIA Frank Benedetto non è un esperto di questioni amministrative e non esiste quindi il dolo intenzionale nella nomina illegittima di Giulio Carpentieri. È con questa motivazione che la…

Pubblicato il: 23/06/2017 – 11:05
Ospedale Reggio: nomina Carpentieri, chiesta l'archiviazione per Benedetto

REGGIO CALABRIA Frank Benedetto non è un esperto di questioni amministrative e non esiste quindi il dolo intenzionale nella nomina illegittima di Giulio Carpentieri. È con questa motivazione che la Procura di Reggio Calabria ha chiesto l’archiviazione dell’indagine a carico del direttore generale dell’ospedale metropolitano di Reggio e degli ex componenti del management. Frank Benedetto è accusato di abuso d’ufficio in concorso, assieme allo stesso Carpentieri, beneficiario della nomina a direttore amministrativo, e a Giuseppe Sergio Neri e Al Sayyd Said Musa, rispettivamente direttore amministrativo facente funzioni e direttore sanitario che avevano dato parere favorevole al conferimento dell’incarico a favore dell’ex segretario generale del consiglio regionale della Calabria. Adesso sarà il gip a decidere sulla richiesta di archiviazione firmata dal procuratore Federico Cafiero de Raho e dall’aggiunto Gerardo Dominijanni. Il giudice per le indagini preliminari potrà accogliere l’istanza o, in alternativa, ordinare nuovi approfondimenti.

LA STORIA La nomina di Carpentieri, secondo l’impostazione iniziale della Procura, avrebbe violato le norme in materia di conferimenti per tutti quei soggetti che, come l’ex direttore amministrativo, erano già in pensione. La legge 124 del 2015, in particolare, vieta alle pubbliche amministrazioni di conferire incarichi dirigenziali o direttivi ai burocrati in quiescenza se non a titolo gratuito e con durata non superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile. Con una delibera dell’8 aprile 2016, a Carpentieri era stato invece affidato l’incarico di direttore amministrativo dell’Azienda, nonostante fosse già stato nominato con due diverse delibere del 2015 dallo stesso Benedetto (al tempo commissario straordinario) per un periodo complessivo di un anno. Con la nomina di Carpentieri, inoltre, sarebbero state violate anche le norme nazionali e regionali in base alle quali il direttore amministrativo «è un laureato in discipline giuridiche o economiche che non abbia compiuto il 65esimo anno di età». Benedetto e Neri, nello specifico, avrebbero omesso, al compimento del 65esimo anno di Carpentieri, di dichiararne la decadenza così come sancito da due sentenze della Corte costituzionale del 2006 e del 2009. 

«NON C’È DOLO»
Dalla documentazione acquisita dalla Procura, tuttavia, è emersa, soprattutto da parte di Benedetto, «non esperto in materia amministrativa, la sua volontà – attraverso plurime richieste di chiarimenti dirette al dipartimento della Funzione pubblica – di comprendere la portata della evoluzione della norma che poteva consentire o meno» a Carpentieri «la prosecuzione dell’incarico oltre l’anno». Richieste di chiarimento «rimaste inspiegabilmente senza alcun riscontro». È per questo motivo che, secondo gli inquirenti, «appare arduo collocare in capo al Benedetto, e agli altri indagati, la sussistenza – all’epoca delle condotte poste in essere – dell’elemento psicologico del dolo intenzionale, posto che l’interpretazione alternativa – rispetto all’ipotesi accusatoria – da loro fornita nel corso degli interrogatori cui si sono sottoposti, non appare implausibile o abnorme».
La Procura, piuttosto, stigmatizza «la condotta omissiva (benché penalmente irrilevante) del dipartimento della Funzione pubblica, quanto quella postuma (del 4 gennaio 2017) dell’Avvocatura regionale (il cui parere dà ragione alla impostazione accusatoria di questo ufficio». A escludere il dolo, inoltre, c’è la circostanza – sottolinea la Procura – che Carpentieri, pur in prossimità del compimento dei 65 anni, era stato inserito nell’elenco dei candidati idonei alla nomina di direttore sanitario e direttore amministrativo della Aziende del Servizio sanitario regionale. «Ciò può aver ingenerato l’errata convinzione che la nomina intervenuta prima del compimento della suindicata età (atteso che detto incarico per legge non può essere inferiore ai tre anni), potesse comunque proseguire sino alla naturale scadenza».
Infine, la circostanza che Benedetto, nonostante le diffide di Carpentieri, «non abbia – correttamente – revocato le dimissioni da costui offerte, conferma l’assenza del dolo in capo alle condotte poste precedentemente in essere». Per tutte queste ragioni, la Procura ora ritiene infondate le accuse a carico di Benedetto e degli altri membri della direzione dell’ospedale.   

 

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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