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Sul web per dire no alla discarica di Scala Coeli

SCALA COELI A due giorni dal lieto fine scritto dal Comitato Ambientale e dai cittadini della Presila cosentina sulla vicenda della locale discarica, grazie alla sospensione dei conferimenti decret…

Pubblicato il: 23/06/2017 – 6:12
Sul web per dire no alla discarica di Scala Coeli

SCALA COELI A due giorni dal lieto fine scritto dal Comitato Ambientale e dai cittadini della Presila cosentina sulla vicenda della locale discarica, grazie alla sospensione dei conferimenti decretata dal governatore Mario Oliverio, c’è chi è ancora in fermento per delle rassicurazioni che tardano ad arrivare. Si tratta degli abitanti del piccolo comune di Scala Coeli, la cui agitazione va avanti da anni, precisamente dal 2008, quando venne paventata per la prima volta l’ipotesi della costruzione di una discarica per il conferimento di rifiuti speciali non pericolosi da parte di una ditta privata, la Bieco srl, di proprietà dei fratelli Pulignano. Impianto che venne di fatto realizzato circa due anni dopo, nonostante le resistenze dei cittadini e l’allarme suscitato dallo strano fenomeno della colorazione delle acque dei vicini fiumi per via dei metalli pesanti (di questo aspetto il Corriere della Calabria si occupò nel 2012) e di cui in tempi recenti è stato prospettato addirittura l’ampliamento, per un totale di oltre 1 milione di metri cubi, circa 11 volte la superficie attuale. Un argine al problema dello smaltimento dei rifiuti? Affatto. Al contrario, i rischi ambientali e le ricadute sul territorio assumerebbero proporzioni devastanti: in primo luogo perché i terreni circostanti ospitano coltivazioni biologiche di prodotti a marchio Dop e Igp, come l’olio extravergine del Consorzio Bruzio, il vino, le arance, oltre ai pascoli della mucca podolica, razza peculiare tipica della Calabria, la cui tutela verrebbe ad essere seriamente compromessa. Senza contare i danni ai corsi d’acqua e alle due sorgenti sulfuree che scorrono nei pressi della struttura. Inoltre, è bene ricordare che il decreto legislativo n.36 del 13 gennaio 2003, richiamandosi al Regolamento (Cee) n. 2081/92 del Consiglio, del 14 luglio 1992, relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli ed alimentari, vieta espressamente l’ubicazione di discariche in prossimità di tali aree. Perciò, non si sa bene come il consorzio sia riuscito ad ottenere i permessi degli enti di competenza per l’edificazione dell’impianto e come possa oggi auspicarne l’espansione. Ecco perché gli scalesi, col supporto dei sindaci dei comuni limitrofi, Campana, Cariati, Crucoli, Mandatoriccio, Terravecchia, Umbriatico – tranne che del proprio sindaco, Giovanni Matalone – e forti dei risultati delle osservazioni condotte da Legambiente, Cia, Italia Nostra e altri enti, perseguono sempre più convintamente la loro battaglia ambientale. Nicola Abruzzese, portavoce del Comitato Anti Discarica di Scala Coeli, racchiude così le speranze dei concittadini: «Non vogliamo che il nostro territorio venga violentato, vogliamo che vengano fatti degli investimenti che puntino a valorizzare il nostro patrimonio agricolo, e non a costruire discariche». Ultima azione in ordine di tempo compiuta dai membri del comitato, il lancio e la sottoscrizione di una petizione online, che annovera tra i firmatari anche esponenti del mondo della politica e delle istituzioni tra cui il consigliere regionale Pd Giuseppe Giudiceandrea, Paolo Parentela e Nicola Morra di M5S, l’ex deputato Pd (attualmente membro del cda Ismea) Franco Laratta. Con l’adozione di questo strumento, la giovane calabrese promotrice della petizione Monica Salsano ha inteso «dare voce a quei cittadini che non possiedono alcun mezzo per esprimersi se non internet». «La nostra – continua Monica – è una terra florida dal punto di vista ambientale, ma si tratta di un patrimonio troppo spesso maltrattato da coloro che hanno interesse solo nel guadagno, come in questo caso. Studio Scienze e Tecnologie Ambientali all’Università di Parma, un giorno spero di tornare e trovare una situazione diversa». Per ora, la domanda di ampliamento avanzata dai fratelli Pulignano giace dal 27 dicembre 2016 sulla scrivania di un ufficio della Regione. E i cittadini di Scala Coeli restano ancora in attesa di un riscontro ufficiale che scongiuri il peggio. 

Chiara Fazio
redazione@corrierecal.it

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