E ora il centrodestra vuole “assaltare” la Cittadella

CATANZARO Si scrive Catanzaro ma si legge Regione. Il primo a evocare il voto anticipato («senza aspettare la scadenza del 2019») è stato il deputato di Forza Italia Roberto Occhiuto domenica notte. Jole Santelli parla da settimane del proposito di «riprenderci la guida della Regione» e Wanda Ferro spera di riprovarci, dopo la sconfitta rimediata nel 2014. 
Si scrive Catanzaro ma si legge centrodestra unito, secondo un discorso già avviato in altre aree del Paese ma con attori diversi (qui non c’è la Lega). Perché nel capoluogo l’ago della bilancia è stata Alternativa popolare. La scelta di sostenere Abramo ha spostato il 10% dei consensi: Ap avrà cinque consiglieri e un peso politico non indifferente a Palazzo De Nobili. E a Palazzo Campanella? Finora i tre consiglieri regionali (Giovanni Arruzzolo, Pino Gentile e Sinibaldo Esposito) hanno offerto una linea di neutralità alla giunta Oliverio. Ma dopo la vittoria a Catanzaro potrebbe cambiare qualcosa.
Se le foto hanno un senso – e di solito lo hanno, specie in politica – l’istantanea che ritrae, abbracciati a festeggiare il successo di Abramo, Mimmo Tallini, Baldo Esposito, Mario Occhiuto, Piero Aiello, lo stesso Abramo e Jole Santelli non è stata scattata per caso. Due consiglieri regionali, due parlamentari, due sindaci per rappresentare un asse, quello costruito su Cosenza e Catanzaro, che potrebbe costituire la spina dorsale della prossima, ricercata, unità e dell’assalto politico alla Cittadella. Certo, manca un tassello centrale nel mosaico che il centrodestra vorrebbe costruire: Tonino Gentile, dal suo scranno di sottosegretario, non ha mai chiuso i ponti con la giunta regionale. Ha dispensato consigli e indicazioni «per il bene della Calabria» – specie sullo sfruttamento dei fondi comunitari – senza ricevere alcun cenno di risposta. Ed è vero che a Catanzaro Ap ha scelto Abramo. Ma è altrettanto vero che alla Provincia di Cosenza l’accordo siglato con Franco Iacucci ha portato il sindaco di Aiello Calabro sulla poltrona più ambita. Non si può dire, dunque, che ci sia una chiusura pregiudiziale al centrosinistra: più che di condivisioni (e divisioni) ideologiche è questione di uomini. E Oliverio – lo ha detto il 9 dicembre 2014 ai giornalisti – non si ricandiderà alla Regione («farò un solo mandato»). 
Il centrodestra, però, dopo la vittoria nel capoluogo, ha fatto un passo avanti nel lavoro per l’unità. E la presenza di Occhiuto nel capoluogo è un altro segnale da non sottovalutare. Sulla direttrice Catanzaro-Cosenza potrebbe anche nascere il nuovo nome da opporre al centrosinistra per la Presidenza della Regione. Facile a immaginarsi, persino ovvio, più difficile individuare il prescelto, posto che i candidati – a partire da Wanda Ferro per finire a Occhiuto (Mario o Roberto) – non mancherebbero. Intanto è proprio il sindaco di Cosenza a parlare assieme ad altri amministratori locali forzisti. «Siamo certi che la forza di sindaci e amministratori, già in carica e nuovi eletti, sarà l’elemento in più che consentirà a Forza Italia e all’area del centrodestra di tornare a governare il Paese e di mettere al centro della propria azione politica il ruolo insostituibile dei Comuni». Si scrive Comuni: chissà se si legge Regione. (ppp)