GIOIA TAURO Persone non identificate hanno compiuto furti e danneggiamenti, per migliaia di euro, in alcuni terreni confiscati alla ‘ndrangheta a Gioia Tauro e gestiti dalla cooperativa Valle del Marro. Su un uliveto confiscato e coltivato dalla cooperativa, è stato scoperto un principio di incendio, fortunatamente domato senza conseguenze per gli alberi. In un agrumeto di otto ettari impiantato in contrada Sovereto ignoti, dopo aver forzato un cancello, hanno tranciato di netto i tubi dell’impianto di irrigazione portando via il motore e il quadro elettrico che servivano a pompare acqua da un pozzo per irrigazione. Stessa cosa è accaduta in un impianto di kiwi sempre in contrada Sovereto mentre il terzo danneggiamento, scoperto stamani, è stato portato a termine con il furto di un motore. Anche in questa circostanza è stato manomesso l’impianto di irrigazione. Per tali colture, hanno spiegato i responsabili della coop, fondata nel 2004 da don Pino Demasi referente di Libera nella Piana di Gioia Tauro, soprattutto in questo periodo, l’acqua e’ vitale. Massima attenzione delle Procure di Reggio e di Palmi e dal prefetto Michele Di Bari.
LA SOLIDARIETÀ DI OLIVERIO «Gli ennesimi atti intimidatori perpetrati ai danni di due terreni confiscati alla ‘ndrangheta e gestiti dalla cooperativa Valle del Marro suscitano l’indignazione e la condanna dei calabresi onesti. Appena appresa la notizia degli ultimi atti intimidatori – ha detto Oliverio – ho manifestato telefonicamente a don Pino Demasi il sostegno della Regione Calabria e l’attivazione di ogni strumento utile e necessario alla difesa ed al sostegno di importanti realtà che occupano giovani in un contesto di affermazione della legalità come metodo per produrre e svilupparsi. Nessuno pensi che i ragazzi della Valle del Marro saranno intimiditi. Nessuno pensi di bloccare la loro attività».
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