Ultimo aggiornamento alle 22:10
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
 

CALABRIA VERDE | Le “trattative” per pagare i forestali con i fondi Por

CATANZARO «La prossima volta, non oggi, vorrei parlare dell’accusa rivolta a me di abuso d’ufficio sui fondi comunitari. La prego, voglio parlare di quella questione là». La «prossima volta» per Pa…

Pubblicato il: 28/06/2017 – 7:02
CALABRIA VERDE | Le “trattative” per pagare i forestali con i fondi Por
CATANZARO «La prossima volta, non oggi, vorrei parlare dell’accusa rivolta a me di abuso d’ufficio sui fondi comunitari. La prego, voglio parlare di quella questione là». La «prossima volta» per Paolo Furgiuele è il 9 marzo 2017, data dell’ultimo interrogatorio in carcere dell’ex direttore generale di Calabria Verde. L’accusa, invece, è quella di aver distratto 80 milioni di euro di fondi Por – stanziati per la messa in sicurezza del territorio – per pagare gli stipendi dei forestali. Cosa abbia detto Furgiuele ai magistrati è coperto da qualche pagina di “omissis” ma il manager non è l’unico ad aver affrontato l’argomento in centinaia di pagine che compongono i faldoni del procedimento. I riferimenti all’utilizzo dei soldi dell’Unione europea compaiono in diversi passaggi delle informative della Guardia di finanza. E rimandano a decisioni che Calabria Verde avrebbe preso in accordo con altri settori della Regione per avviare i progetti e i pagamenti messi nel mirino dalla Procura di Catanzaro.
È Alfredo Allevato – dirigente finito in manette il 21 settembre 2016 e poi finito ai domiciliari – a raccontare che, insieme a Furgiuele, «ci recammo in Regione a Palazzo Alemanni dove incontrammo Bianco e un funzionario dei Fondi comunitari per verificare la compatibilità dell’oggetto sociale di Calabria Verde con le linee di intervento finanziario del Por: fu proprio in questo e in successivi incontri che si individuarono tre attività istituzionali di Calabria Verde che potevano risultare compatibili con il Por e cioè interventi per mitigazione rischio frane, mitigazione rischio esondazione dei fiumi e torrenti e colonna mobile antincendio». Della colonna mobile non se ne fece nulla: l’appalto si perse negli scontri tra uffici. Gli altri interventi, però, andarono avanti. 
«È emerso pure dalla preliminare istruttoria espletata – scrivono i finanzieri in un’informativa – che i fondi per il pagamento degli stipendi in favore degli operai forestali di “Calabria Verde” venivano recuperati mediante un’operazione illecita di distrazione dei finanziamenti Por, invero, destinati istituzionalmente alla realizzazione di interventi di carattere straordinario e urgente». È successo che «la gestione ordinaria, quindi la corresponsione degli stipendi, ha di fatto avuto luogo attingendo a risorse invece destinate, da un lato, all’attuazione di progetti relativi al rischio frana, dall’altro di progetti relativi al rischio esondazione corsi d’acqua». Peggio ancora: si tratta «di “progetti” finanziati mediante anticipazioni su fondi Por, privi tra l’altro del previo, necessario, parere di competenza dell’Autorità di Bacino e surrettiziamente utilizzati per garantirsi le risorse necessarie alla copertura degli stipendi degli operai forestali impiegati nei diversi cantieri». 
Siamo, insomma, all’economia creativa, il tutto a discapito dei fondi europei. Allevato, però, rievoca i giorni in cui nasce l’idea di assegnare i finanziamenti dell’Ue a Calabria Verde. E arriva alla fine del percorso: «A quel punto c’è stato l’accordo, nel settembre 2015, tra Furgiuele e Pallaria, (si riferisce a Domenico, manager della Regione, ndr) dell’assessorato ai Lavori pubblici, per regolare i rapporti relativi all’assegnazione dei fondi per il risanamento degli alvei e per il rischio frane dalla Regione a Calabria Verde».
Come succede? «In realtà – spiega Allevato nel corso di un interrogatorio –, prima dell’accordo di programma dell’11 settembre 2015, in data 9 settembre interviene il decreto del direttore generale Pallaria con cui vengono approvati gli interventi di cui alle nuove schede trasmesse nella stessa data. Successivamente in data 11 settembre 2015 interviene l’Accordo di programma. A quel punto noi predisponiamo i progetti definitivi che trasmettiamo, mi pare a fine settembre e comunque agli inizi di ottobre, all’Autorità di Bacino per il parere. Preciso che rispetto alle circa 240 schede tecniche trasmesse a maggio, a seguito della delibera di giunta regionale dell’11 ottobre 2015, gli interventi si sono ridotti, sempre in fase progettuale, a 192, che sono quelli approvati con decreto di Pallaria del 9 settembre 2015».
Le schede degli interventi le avevano un po’ tutti. Il dipartimento Lavori pubblici e l’Autorità di Bacino regionale di sicuro. Il nodo però è uno: quei denari erano stanziati per interventi straordinari, non per pagare i molto ordinari stipendi degli operai forestali. Possibile che Calabria Verde lo abbia fatto in splendida solitudine, senza che nessuno, alla Regione, ne fosse a conoscenza? È (anche) su queste basi che prosegue il filone dell’inchiesta riguardante la gigantesca distrazione di finanziamenti. 
Torniamo alla storia raccontata da Allevato. L’ex manager dice agli investigatori che «effettivamente, ove il parere dell’Abr fosse stato negativo, non sarebbe stato possibile utilizzare le risorse destinate dalla Regione con i fondi Por cui si è fatto riferimento. Evidentemente in quel caso si sarebbero utilizzati i fondi regionali stanziati a inizio anno con il piano attuativo generale 2015. Peraltro preciso che l’Abr ha ritenuto di non dover esprimere parere». Dopo quella risposta si passa «alla redazione dei progetti esecutivi», trasmessi il 26 novembre 2015 al dipartimento Lavori pubblici proprio da Furgiuele. Si tratta soltanto di quelli relativi al rischio esondazione; quelli sul rischio frane «era necessario corredarli – sono sempre parola di Allevato – di una relazione geomorfologica a firma di un geologo abilitato, e poiché il geologo interno all’azienda che aveva lavorato ai progetti è andato in pensione a fine estate, mi pare, non è stato possibile inviare all’Abr i relativi progetti, ed abbiamo dovuto attendere che venissero nominati tre geologi esterni che, dopo i loro accertamenti, hanno depositato la loro relazione». Il risultato è che le altre schede arrivano all’Autorità di Bacino solo «dopo l’accesso per acquisizione atti della Guardia di finanza in Calabria Verde. Ricordo, però, che l’Abr ha espresso il parere dopo pochi giorni».
Tra pareri e passaggi burocratici, l’assegnazione di una parte della dotazione del Por a Calabria Verde ha bisogno di controlli. Allevato ricorda anche quelli: «Effettivamente – dice – è stata recentemente, nell’ottobre scorso, costituita dal dipartimento 5 Programmazione comunitaria una task force a nostro supporto che è venuta in azienda per verificare le procedure seguite e da seguire». Sono le stesse procedure che i magistrati considerano truffaldine? 
È possibile, stando a ciò che dichiara: «Tutto il personale operaio dell’Azienda, a eccezione delle guardie giurate e degli operai impiegati nei lavori urgenti, è stato utilizzato a tempo pieno ed è ancora oggi utilizzato a tempo pieno per i progetti finanziati con fondi Por; si tratta di almeno il 90% degli operai». Tutti pagati con i denari che l’Europa immaginava utilizzati per progetti straordinari di messa in sicurezza. E invece i lavoratori erano retribuiti «con le anticipazioni dei fondi Por». A Calabria Verde lo sapevano di certo. Erano gli unici a esserne a conoscenza?
 
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x